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Alla messa di Natale va in scena la predica-gay

Nel foggiano un prete affida a un giovane omosessuale l’omelia. Che si trasforma in una sorta di comizio. Brusio e sconcerto tra i presenti nella chiesa di Rignano Garganico.

di , Libero, 27 dicembre 2003, p. 13

FOGGIA – Le messe di Natale, soprattutto quelle nelle chiese di paese, sono tutte un po’ particolari. A quella a cui abbiamo assistito noi, per esempio, con tutto rispetto scrivendo, i canti sembravano intonati dal menestrello Davide Riondino una delle letture pareva fatta dal doppiatore di Gad Lerner e per un istante abbiamo temuto che il vescovo avesse la faccia di Bruno Vespa.

Ma a parte questo, ci sono i volti conosciuti da sempre e quelli ritrovati. Appiccicati ai ricordi antichi e ai luoghi del “ritorno”. È difficile, a mezzanotte del 24 dicembre trovarsi in una chiesa qualsiasi. Di cui non sappiamo nulla e che non sa nulla di noi. Perché generalmente ci si va quando si e appena conclusa la cena in famiglia, con tutto ciò che ne consegue, mentre buio e gelo sono già calati da un pezzo. E poi perché possiamo tecnicamente essere anche pessimi cristiani ma la messa di mezzanotte è la liturgia più importante dell’anno. E ci si approda con l’attesa di un evento impensabile. Alla ricerca della nostra, personalissima, fetta di eternità. Poco importa se abbiamo l’abitudine di entrare in chiesa una sola volta all’anno Poco importa se ci troviamo sotto le navate con la voglia di parlare, oltre che con Dio, con qualcuno che ormai non c’è più ma che ci piace pensare ci guardi ancora. È la messa di Natale e qualche incanto lo pretendiamo sempre.

Per questo suona tanto strana la decisione del parroco don Fabrizio Longhi, che quest’anno ha deciso di affidare l’omelia natalizia a un giovanissimo gay. È quanto accaduto il 24 dicembre nella parrocchia di Santa Maria Assunta, a Rignano Garganico, un paese in provincia di Foggia, nella diocesi di San Severo, dove vivono circa 2000 persone. Il parroco ha deciso di non tenere l’omelia durante la solenne veglia, ma di affidarla a Pasquale Quaranta, un ragazzo di 21 anni, gay e credente, proveniente da Battipaglia (Salerno), dove vive.

«Sono un gay credente… Sono venuto in questa chiesa per parlarvi di omosessualità». Così, è iniziata la messa natalizia di Pasquale. E nella chiesa, per qualche secondo, si è sentito un brusio. «Una situazione comprensibile – commenta – perché c’erano fedeli comuni e cattolici con pregiudizi millenari, ma poi tutto è andato bene e alcune signore mi hanno ringraziato». «Dicevo, sono gay credente e sono qui perchè don Franco e don Fabrizio credono che una testimonianza possa farvi riflettere. La mia esperienza è emozionante: parlo della mia omosessualità in una chiesa cattolica alla vigilia di Natale».

Appunto. In chiesa, durante l’omelia, la vigilia di Natale. Per Pasquale proviamo un assoluto rispetto e una sincera comprensione. Perché immaginiamo che abbia dovuto attraversare la vita difendendosi un po’ più di altri. Ma nella chiesa del paese, presumibilmente, ci saranno state anziane signore che piangevano i mariti, in qualche tragico caso, magari, persino i figli, qualche ligio osservante in sintonia con l’Annunciazione, qualche nuova famiglia desiderosa di affidarsi alla clemenza di Dio, qualche pecorella smarrita ansiosa di farsi ricondurre nel gregge e forse un po’ di bambini in attesa di veder volare le renne. Cosa c’entrava con il 24 dicembre delle 2000 anime di Rignano Garganico, l’omelia omosessuale?

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Cena del Signore © refo.it
Cena del Signore, particolare, foto di Lisa Saracco © refo.it

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