p40.it


sito di Pasquale Quaranta

Sei in: home > contributi > Amori senza scandalo

Amori senza scandalo

Delia Vaccarello recensisce il libro di Paolo Rigliano, “Amori senza scandalo”: «Emozioni: ciò che più della carne e del sangue ci identifica. In ciascuno di noi si compongono secondo scenari unici, irripetibili…»

di , l'Unità, senza data

Paura, rabbia, sorpresa, disgusto, felicità, tristezza. E, ancora, gelosia, invidia, imbarazzo, vergogna, amore. Emozioni: ciò che più della carne e del sangue ci identifica. In ciascuno di noi si compongono secondo scenari unici, irripetibili. Quadri, collage e opere d’arte che definiscono la nostra fisionomia più delle impronte della mano. A dire di noi sono anche altre creature simili, ma di diversa provenienza: le emozioni simulate. Le interpretazioni e le improvvisazioni di noi con la persona amata che avvengono nel teatro dell’immaginazione, le varie e infinite scene del racconto che ogni persona innamorata scrive dentro di sé.

A descrivere questo misterioso e meraviglioso processo, introducendoci in una sorta di lessico e di fenomenologia della vita emotiva, è Paolo Rigliano, con il suo libro Amori senza scandalo, cosa vuol dire essere lesbica e gay. Rigliano ci mostra come arriviamo all’amore. Nelle sue pagine, dense di ricchezza di analisi e di lucidità espositiva, assistiamo alla nascità dell’identità, frutto del caleidoscopico mondo degli affetti che in ciascuno di noi cerca e trova strade proprie. La ratio di questa nascita è sempre la stessa per ogni essere amante, a prescindere dall’orientamento, dal genere e dal sesso. Ed è l’aspirazione alla pienezza di sé.

Si fissa, l’identità, negli anni dello sviluppo. L’Altro amato, la figura prototipica, si definisce a partire dalla relazione significativa, quella in cui l’io amante si percepisce migliore attraverso il rapporto. L’Altro guadagna il suo posto unico quando l’io amante si coglie in una pienezza assoluta proprio grazie alla relazione trasformativa. Questa l’origine della maturità affettiva. In altre parole: comunque tu sia, etero, omosessuale, bisessuale e trans, uguale, dice Rigliano, è il percorso che traccia l’amore dentro di te.

L’argomento è capace di suscitare molteplici effetti liberatori.

Innanzitutto, fondando sull’emotività l’identità, mette sullo stesso piano tutte le identità, poiché tutte traggono origine dalla scintilla vitale dell’emozione. Toglie di mezzo, azzerando la validità delle letture riduzioniste, qualunque interpretazione immiserente delle identità non-eterosessuali. L’omosessualità non è oggetto inerte, mera escrescenza biologica che, per l’appartenenza ad una buia e grezza naturalità, può essere tollerata, estirpata, corretta. È invece fertile relazione. Che si staglia negli amanti con assolutezza e, per questo, perché all’origine dello slancio vitale, subisce, sì, i colpi delle repressioni, ma non può esserne annientata.

Le repressioni sono di natura sociale. Il persecutore assume il volto dello sguardo altrui svalutante e mistificatorio. Frutto del potere che domina, che arruola i corpi, che li rende opachi, insignificanti. Stereotipati. In una delle strategie persecutorie, però, quella relativa all’oscuramento dei modelli, si annida la possibilità del suo contrario, della sfida all’ordine costituito. Se da una parte la prigione repressiva sembra non concedere libertà e visibilità, dall’altra proprio l’assenza di modelli ci invita alla festa delle possibilità.

In virtù della marginalità, lesbiche e gay possono reinventare se stessi e la propria vita secondo stilemi inediti, attingendo a forme, espressioni e atteggiamenti dal campionario socialmente codificato e riunendoli in sintesi creative.

La sfida: concorrere alla democrazia delle affettività, dove tutti abbiamo pari diritti e siamo parimenti invitati a vestire i nostri panni.

La sfida: entrare nella scena della Storia e del Potere segnalando che il re è nudo come siamo nudi tutti dinanzi alla vita. E legittimati, tutti, a vestire panni regali. Ad incoronarci sarà l’autenticità delle nostre emozioni.

Torna su ^