Sei in: home > articoli > Avvocati contro le discriminazioni con un corso per l'inclusione delle persone LGBTQ+
Il corso del Consiglio nazionale forense ha organizzato il primo evento formativo sul tema. Subito esauriti i posti a disposizione. La presidente Masi: “Indispensabile per la nostra funzione sociale”
di Pasquale Quaranta, Repubblica.it, 11 febbraio 2021
Il Consiglio nazionale forense, l’istituzione che rappresenta l’intera avvocatura italiana, prende posizione contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere. Lo fa ufficialmente organizzando un corso, il primo nella sua storia, che riguarda “l’inclusione delle persone LGBTIQ+” ed estende il campo d’azione anche alle persone “di origine etnica e ‘razziale’ diversa da quella della maggioranza”.
La premessa trova le sue radici nella legge professionale e nella deontologia forense, e ricorda la funzione degli avvocati, la loro “rilevanza sociale” che è “diretta alla tutela dei diritti” dei soggetti più a rischio di discriminazione. Del resto la legge 76/2016, che ha introdotto le Unioni civili, ha offerto ad avvocati e avvocate molte occasioni professionali di “incontro” con le persone omosessuali (solo per citarne alcune: scioglimento di unioni civili, tutele successorie, contratti di convivenza, tutele previdenziali ecc.).
“Per un avvocato o un’avvocata quindi – si legge nelle finalità del progetto – formarsi su questi temi diviene essenziale per un approccio, linguistico e comportamentale, circa questioni che rappresentano un’occasione per l’avvocatura chiamata ad occuparsi di un nuovo ventaglio di opportunità professionali tutto disteso sui diritti fondamentali e che, come tale, non può tollerare sbavature”. Ci sarà anche un approfondimento sugli aspetti linguistici della discriminazione e dell’inclusione “e sugli stereotipi incorporati nei luoghi comuni e in alcuni approcci che diamo per scontati”.
Una proposta che ha raccolto l’adesione di 500 avvocati ed avvocate iscritti all’albo – tanti erano i posti a disposizione sulla piattaforma Zoom – per un totale di 9 incontri spalmati dall’11 febbraio al 29 aprile 2021. Venti ore di diritto antidiscriminatorio per 18 crediti formativi (per chi frequenterà almeno l’80% delle lezioni). Ma non è solo per questo che le avvocate e gli avvocati hanno aderito in massa. Il corso è uno di quelli che ha un alto valore simbolico tanto è stato costruito e atteso: dallo scorso novembre, infatti, ci stavano lavorando varie associazioni che lottano per i diritti civili.
Si va dall’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (ASGI) a Edge, il primo gruppo italiano di imprenditori, imprenditrici, manager, professioniste e professionisti lgbti+, dall’associazione Parks che aiuta i datori di lavoro a valorizzare le diversità in azienda, all’avvocatura per i diritti lgbti Rete Lenford. E ancora, c’è il LGBT Law Committee dell’International Bar Association (IBA), la più grande associazione che riunisce il maggior numero di avvocate e avvocati nel mondo, l’Unione forense per la tutela dei diritti umani e l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali a difesa delle differenze (UNAR).
I relatori e le relatrici sono di primo piano: dal presidente emerito del Cnf Guido Alpa, sul quale il Giornale e La Verità hanno già polemizzato per la sua vicinanza dall’ex premier Giuseppe Conte, a Stefania Stefanelli dell’Università di Perugia. “Il corso del Consiglio nazionale forense – spiega a Repubblica Maria Masi, presidente facente funzioni – è la prima esperienza di attività integrata, in questo caso con riferimento ai diritti umani, sul tema delle pari opportunità intese nell’accezione più ampia possibile”.
“Il tema dell’inclusione è da considerarsi imperativo categorico nell’assolvimento della funzione sociale dell’avvocatura, ancora di più in questo periodo, unico nella sua drammaticità, in cui il rischio di affievolimento dei diritti soggettivi è maggiore. L’applicazione di politiche di inclusività e non solo di contrasto delle discriminazioni rappresenta oggi una attenzione concreta alle categorie di soggetti che, più di altri, rischiano l’emarginazione nella società e nelle relazioni professionali”.In programma c’è anche un secondo modulo previsto per l’autunno. Gli argomenti che verranno trattati riguardano gli aspetti giuridici, quelli tecnico-processuali e infine le buone prassi del diritto antidiscriminatorio a partire da alcuni casi di studio.