p40.it


sito di Pasquale Quaranta

Sei in: home > dossier > Associazione Lorca > C’era una volta in una bella città del sud...

C’era una volta in una bella città del sud...

A Salerno la nascita di una nuova associazione omosessuale e la proposta dell’istituzione del Registro per le unioni civili ha messo a nudo il reale interesse dei politici per la questione gay.

di , Babilonia, n. 225, novembre 2003, pp. 28-29

Un assessore si dimette, dopo aver partecipato ad un sit-in di manifestanti bloccato dai vigili urbani presso la sede del Comune. Un sindaco progressista viene accusato di violazione della Costituzione in un’interpellanza parlamentare che rivendica il principio di libera espressione del pensiero. Un consigliere comunale, nella sua battaglia di civiltà, mette in crisi l’intera maggioranza… Cosa diavolo succede a Salerno? Se lo chiede anche il vescovo…

Succede che, nel marzo di quest’anno, alcuni omosessuali hanno preso coscienza dei loro diritti negati fondando un’associazione. Ma al Sud la visibilità è ancora un grande problema: gay e lesbiche hanno paura di perdere il posto di lavoro (soprattutto se si tratta di un impiego “in nero”), oppure di far morire di crepacuore genitori e parenti, o ancora di perdere gli amici. Così, sognando un mondo migliore, un idraulico, un’avvocatessa, una libera professionista, uno studente universitario e un giornalista si sono scambiati i numeri di cellulare, hanno riletto insieme il vecchio statuto del gruppo Arcigay «I duecentocinquantamila» (attivo a Salerno negli anni Novanta) e hanno deciso di farsi avanti; dopo aver approfondito le proprie idee via e-mail, hanno creato un gruppo di discussione telematico, mettendo infine in piedi una nuova associazione di cultura omosessuale dedicata al poeta spagnolo Federico Garcia Lorca.

La notizia è rimbalzata sulla stampa locale con una foto pubblicata (e ripubblicata) dal Corriere del Mezzogiorno: a Salerno, i gay hanno un volto e un nome. Le Tv locali organizzano trasmissioni “a tema”, ma le ragazze non compaiono in video, perché sono come imbavagliate e non vogliono uscire allo scoperto: «Per noi – raccontano – c’è una doppia difficoltà: il maschilismo che permea la società e l’omosessualità in quanto tale. Essere riconosciute come lesbiche può causare più problemi di quanti non ne possa avere un uomo gay».

A Salerno l’omosessualità sembra infatti essere un’esclusiva maschile e sono ancora poche le donne che fanno visita alla sede dell’associazione situata in Piazza Vittorio Veneto 2. Il dialogo con le istituzioni è nato spontaneamente quando Rifondazione comunista e Verdi hanno proposto, alcuni mesi fa, l’istituzione di un registro delle coppie di fatto, condiviso dall’Associazione Lorca e destinato a suscitare innumerevoli polemiche. Ma il registro non è passato.

Successivamente, il sindaco ha convocato una delegazione dell’associazione Glbt, assegnandole una nuova struttura. Cosa c’entra? Ce lo spiega Antonello, 24 anni, socio dell’Associazione Lorca: «È chiaro a tutti che confermare l’assegnazione di una sede già promessa quest’estate è una sorta di “contentino”, un modo per chiuderci la bocca dopo il fallimento del registro. Personalmente credo che, prima delle unioni civili, debbano essere approvate leggi contro l’omofobia e contro ogni discriminazione nei nostri riguardi. Penso che abbia poco senso registrarsi all’anagrafe insieme al proprio compagno, se poi non si è tutelati quando ci chiamano ricchioni».

Cosa è cambiato dunque nella vita quotidiana dei gay e delle lesbiche salernitani? «Per me nulla – commenta Silvana, 29 anni – Mi dispiace per il registro, sarebbe stato un gesto simbolico anche per la nostra visibilità. Se avessi avuto una relazione stabile avrei firmato quel foglio di carta, anche soltanto per provocazione!»

Opinioni contrastanti, soprattutto se si pensa alla forte divisione interna alla comunità omosessuale locale: molte persone vivono segretamente il proprio orientamento affettivo e non mostrano alcun interesse per i loro diritti e per una politica che dovrebbe toccarle da vicino.


Salerno, Lì 26 Settembre 2003

In concomitanza con la seduta del Consiglio comunale del 26 settembre 2003, che avrebbe dovuto discutere dell’ordine del giorno per l’istituzione del Registro delle unioni civili, l’Associazione Garcia Lorca aveva organizzato un banchetto di fronte al Comune per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’argomento. La concessione del suolo pubblico, rilasciata dall’assessore Pierangelo Cardalesi (Verdi), è stata bloccata dal sindaco Mario De Biase (Ds) che, in Consiglio, ha così motivato la sua decisione: «Non voglio pressioni esterne sui miei consiglieri». Il provvedimento è sembrato un abuso e una grave violazione del diritto a manifestare sancito dall’art. 17 della Costituzione. L’assessore Cardalesi, invece di partecipare alla discussione in Consiglio, ha preferito manifestare in strada con gli attivisti gay, partecipando all’opera di volantinaggio. Il gesto provocatorio ha irritato il primo cittadino che ha mandato alcuni vigili urbani a identificare le persone che prendevano parte all’iniziativa: sono l’assessore Cardalesi, il presidente dell’Associazione Lorca e il segretario cittadino dei Verdi. I volantini “avanzati” sono stati sequestrati e gli agenti hanno redatto una relazione per il sindaco.

Torna su ^

Immagini dell'articolo:

Pierangelo Cardalesi © p40.it
Pierangelo Cardalesi © p40.it
Associazione Lorca
Volontari dell’Associazione Federico Garcia Lorca di Salerno © p40.it

Dimensione testo:

piccolo | medio | grande