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Catania, fidanzate allontanate da un lido per un bacio. Replica: "Stesse regole anche per etero"

“Fate le vostre cose da un’altra parte”. Interviene l’Arcigay. Dallo stabilimento si difendono. Il racconto di due ragazze di 18 e 27 anni

di , Repubblica.it, 16 luglio 2014

La mela del peccato un bacio. Protagoniste Eva ed Eva, 18 e 27 anni, le chiameremo così, perché le due ragazze temono discriminazioni. Sul posto di lavoro così come in famiglia. La coppia era al mare – al Lido Azzurro di Catania – sdraiata per rigenerarsi al sole, come tante altre dello stabilimento balneare. E come tante altre coppie, Eva ed Eva si sono date un bacio.

“Ci siamo solo abbracciate e scambiate un bacio a stampo quando eravamo distese” raccontano le ragazze a Repubblica. “Ricordiamo tutto perfettamente. Non c’è stato nient’altro e siccome siamo molto riservate, il bacio ce lo siamo date senza dare troppo nell’occhio. Per evitare discussioni inutili. Perché non vogliamo sentirci sparlare dietro. Ma questa volta si è andati un po’ oltre la chiacchiera”.

Per i vicini di ombrellone, la scena è oltre il senso del pudore, è illecita. Una signora le guarda ed esclama ad alta voce, in modo che tutti possano prestare attenzione: “Ma che fanno, sono due ragazze? Filmiamole così facciamo vedere il video”. La provocazione non viene raccolta. Almeno non dalle ragazze. “Non abbiamo risposto. Ci siamo avvicinate, eravamo un po’ abbracciate, in modo normalissimo, come potrebbero fare anche due amiche” spiegano.

Qualche minuto dopo però un uomo della sicurezza si avvicina: “Signorine, comportiamoci bene” – ammonisce pubblicamente. Le ragazze si guardano sbalordite e chiedono all’uomo: “In che senso?”. “Abbiamo chiesto cosa stesse succedendo – raccontano – e lui ha ripetuto la stessa frase”.

Ancora qualche minuto e l’uomo ritorna e invita le ragazze a spostarsi più in là: “Questa zona è riservata a chi ha la cabina, andate da un’altra parte per le vostre cose” – sbotta l’uomo. Il paradiso è perduto, la cacciata ufficiale. “Ci è sembrato un pretesto” affermano le ragazze. “Tutti ci guardavano malissimo, dai giovani agli adulti, soprattutto le signore che volevano registrare il video. Ci siamo sentite umiliate mentre raccoglievamo i nostri teli da mare”.

La coppia, a questo punto, decide di uscire dal lido: “Perché restare? La mia ragazza era costernata, amareggiata, voleva andare via. Ci siamo sentite malissimo. Prima di uscire siamo passate in cassa per riferire a un dipendente che andavamo via perché incolpate di un comportamento indecente, e che non saremmo più tornate”. “Va bene…” ha risposto “senza chiederci alcunché”.

Ma uno scatto di orgoglio e di dignità le assale. Eva ed Eva raccontano l’accaduto alle persone più vicine a loro, tra cui un cugino di una delle due. È proprio un suo post su Facebook ad essere notato dall’attivista catanese Andrea Miluzzo che, dopo averlo letto, denuncia l’episodio sulla pagina che gestisce: LGBT News Italia. L’hashtag è #boicottalidoazzurro. “Lo strumento più efficace che possiamo esercitare – spiega Miluzzo nella sua nota – è quello del boicottaggio delle attività commerciali che si dimostrano offensive della dignità umana, in attesa di chiarimenti”.

Cominciano ad apparire i primi post a difesa delle ragazze, anche sulla pagina di Lido Azzurro. “Volevo solo farvi sapere che non metteremo più piede al lido” scrive Nicole Corleone. “Se sapevo, non sarei venuta in questo lido” scrive Lucia Celi. “Che è successo? – si chiede Giovanni Lombardo”. “Poi i commenti sono stati disattivati” riferisce Miluzzo a Repubblica.

A rompere il silenzio di Lido Azzurro è una dipendente, Pina Quattrocchi, che sul social network scrive: “Rammarico per l’imbarazzo pubblico della ragazza. Stabiliremo responsabilità del personale. Siamo certi che il nostro personale è intervenuto, su segnalazione di altri clienti dello stabilimento, per far rispettare esattamente gli stessi criteri di comportamento pubblico che pretendiamo da qualsiasi coppia eterosessuale. Chi ci accusa di omofobia, strumentalizza. Da tre anni ospitiamo torneo di Volley sponsorizzato da Arcigay”.

Ma Alessandro Motta, presidente di Arcigay Catania, non ci sta: “La squadra di volley non venga usata come scudo. Siamo pronti a chiedere alla squadra di non partecipare al torneo e a boicottare il lido se non dovessero esserci pubbliche scuse della direzione e una chiara e netta dichiarazione contro l’omofobia per gli avventori del lido affinché non siano ammessi atti di discriminazione”. “Conosco personalmente le ragazze – dichiara Motta a Repubblica – che sono molto riservate. Le incontrerò e sentiremo la direzione del lido per avere un quadro completo della situazione. Quello che più mi sbalordisce – aggiunge Motta – è la reazione dei bagnanti che si sono sentiti in dovere e legittimati a chiedere provvedimenti nei confronti delle ragazze per via di un bacio”.

Lido Azzurro risponde alle accuse di omofobia con il regolamento della struttura e ribadisce: “La coppia era nel settore riservato ai clienti che hanno prenotato una cabina” ci spiega Daniele Micci, amministratore della proprietà. “Le ragazze hanno pagato un ingresso giornaliero, quindi dovevano accomodarsi nella zona dedicata. Abbiamo dei cartelli esposti che distinguono e indicano le due aree”.

Va bene, ma avete ricevuto lamentele da parte dei clienti per il bacio della coppia? “Sono stati espressi giudizi da parte di altri frequentatori su un comportamento ritenuto poco opportuno”. Avete chiesto spiegazioni alle ragazze? “No, ci siamo fidati dei clienti, ma non entro nel merito perché il giudizio resta personale e non ho visto con i miei occhi la scena – aggiunge Micci – ma i clienti si sono lamentati e abbiamo solo invitato le ragazze a spostarsi. Noi non allontaniamo le persone ma ci preoccupiamo della sensibilità di tutti. Nient’altro che questo, grazie”.

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