p40.it


sito di Pasquale Quaranta

Sei in: home > dossier > Libro su Gesù 2004 > C'è libertà di pensiero ma anche di dissenso

C'è libertà di pensiero ma anche di dissenso

di , il Resto del Carlino, 25 maggio 2005

Mentre la comunità islamica protesta vivacemente contro la Porcaro per la sua parodia tv di una donna afghana, ritenuta offensiva per le donne musulmane, nessun esponente del clero, a parte quelli locali, ha protestato per il libro «L’uomo che Gesù amava» – scritto da Pasquale Quaranta (attivista gay) e Gianni De Martino, col patrocinio del Comune di Salerno – in cui si vuol far credere che il Cristo avesse una relazione con San Giovanni.

Calogero Schifani
San Possidonio (Modena)


In questa difformità di comportamento, caro Schifani, sta la differenza fra due modi d’intendere la manifestazione del pensiero: quello islamico, che la subordina al rispetto rigoroso dei propri costumi religiosi, e quello occidentale, che la rende libera e ne proclama la libertà nelle sue costituzioni.

Dissentire, ovviamente, è lecito anche da noi. Anche il dissenso, del resto, è manifestazione del pensiero. Legittimo, perciò, che la comunità islamica abbia espresso il proprio risentimento per la scenetta satirica di Rosalia Porcaro, come pienamente legittimo sarebbe stato che la Chiesa cattolica avesse esternato una più dura e ufficiale avversione al libro di Pasquale Quaranta. Ma la protesta va al di là del semplice dissenso: essa si dirige contro qualcosa che si vorrebbe proibire e in sostanza è un appello al divieto e alla censura. Ecco allora la diversità.

Nel mondo islamico quella scenetta sarebbe stato impossibile farla – e mal gliene sarebbe colto, alla povera Rosalia – mentre nel nostro mondo quel libro può tranquillamente circolare, perfino col patrocinio di un ente pubblico.

Si dirà che la tesi di Quaranta è blasfema. Giudizio che ritengo condiviso da molti. Ma certo non è blasfema nelle intenzioni dell’autore, il quale, essendo un esponente del movimento gay, non ritiene affatto che l’omosessualità sia cosa biasimevole né che ipotizzare l’omosessualità di qualcuno significhi oltraggiarlo.

Detto questo, va da sé che possiamo discutere all’infinito sull’opportunità sia dello sketch della Porcaro sulla donna afghana sia dell’estrema arditezza provocatoria di quella personalissima e non documentata rivisitazione evangelica.

Torna su ^