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"Convertire" gli omosessuali?

Edito originariamente con il titolo “Attenti ai crociati anti-omosex in viaggio dagli Usa”.

di , l'Unità, 24 ottobre 2006

Negli Usa hanno avuto un certo seguito le terapie riparative che vantano di convertire gli omosessuali in etero. Un progetto che persino a Freud apparve impossibile. Il caso di un ragazzo rinchiuso in una sorta di comunità anti-gay simile a un lager fece il giro del mondo lo scorso anno. E in Italia cosa succede?

Risponde Paolo Rigliano, psichiatra e psicoterapeuta.

Quali vecchi pregiudizi sposano le terapie riparative?
Tutti i pregiudizi possibili e immaginabili: dal pregiudizio che l’omosessualità sia innaturale e contraria al dettato evangelico, al pregiudizio che sia dannosa per il soggetto e per la società, che porti alla dannazione e all’infelicità, che sia la negazione dei rapporti sociali e della relazione con l’altro, che i gay siano incapaci di vero amore, narcisisti e disturbati. Soprattutto questo: che i gay e le lesbiche siano dei malati che possono, però, con la buona volontà e la fede in Dio, guarire se stessi. Si può guarire dall’omosessualità: a prezzo di una lotta strenua contro la parte peggiore e malata di se stessi.

In Italia da quando, con quanta adesione, e perché riscuotono successo le terapie riparative?
Non riscuotono affatto successo! Piuttosto, siamo di fronte ad una campagna disonesta e subdola, mai pubblica, da parte di gruppi fondamentalisti cattolici. Ecco una prima enorme differenza con gli Stati Uniti: lì è la destra evangelica fondamentalista – quella stessa che appoggia Bush – a pretendere che queste terapie siano giuste, necessarie ed efficaci, qui sono i gruppi fondamentalisti e integralisti cattolici legati a Comunione e Liberazione e all’Opus Dei, nel quadro di una difesa antistorica delle posizioni più retrive della Chiesa Cattolica, che non sa come gestire le conquiste della modernità, se non semplicemente… negandole. Questa campagna si rivolge ad un pubblico selezionato. Dice che per essere normali basta seguire gli insegnamenti della tradizione e dell’ordine. I suoi fautori non vogliono nessun confronto pubblico: sanno bene che non possono sostenere il confronto scientifico. A loro interessa addomesticare un pubblico già sensibilizzato, in modo da creare una maggioranza che poi possa esprimere soldati per la vera fede, quella antiomosessuale.

La tecnica è quella dell’attacco all’autostima, ma come può una violenza simile sortire degli effetti?
Proprio per questo attacco alla autostima, e prima ancora all’autoconsapevolezza delle persone gay e lesbiche, ma direi di ogni persona, la violenza portata da questo movimento sotterraneo è grave e assai pericolosa: l’una e l’altra, la autoconsapevolezza e l’autostima sono (quasi) tutto! Questo attacco mira a rinforzare tutti i pregiudizi peggiori, le metafore offensive e distruttive che sono state usate da sempre per portare alla condanna delle persone gay e lesbiche. Essi confondono, bloccano iniziative affermative, aumentano il nascondimento, la simulazione, i sensi di colpa, l’autodistruzione, la confusione e soprattutto l’insicurezza delle persone gay e lesbiche su se stesse per prime.

C’è forse una parte fragile che rende gay e lesbiche più vulnerabili a simili attacchi?
Questi processi di lavaggio del cervello mirano a impedire che si definisca ben salda la base fondamentale per la liberazione delle persone gay e lesbiche. Ci si può liberare partendo dall’autoconsapevolezza che essere gay e lesbica significa volere amare integralmente e ad ogni livello una persona del proprio stesso sesso, esattamente come eterosessuale significa voler amare una persona del sesso opposto. Ma se vince la possibilità per tutti di essere liberi e responsabili di se stessi, tranquillamente sereni e impegnati a realizzare la propria vita, che fine fanno i pregiudizi e il peccato?

Qual è il significato politico di tale manovra?
Il significato è quello di impedire – riportando indietro l’orologio della storia – ogni processo di emancipazione, di visibilità, di serenità dei gay e delle lesbiche, per riaffermare la fede e la certezza nell’unico ordine naturale e sacro, quello eterosessuale voluto da Dio. La lotta antiomosessuale diventa il collante di una nuova alleanza reazionaria che vuole opporsi a ogni conquista della liberazione dai pregiudizi e dall’oppressione. Oggi questo può avvenire anche e proprio per la debolezza di un pensiero laico quanto mai pasticciato, confuso, incerto e insicuro sui propri fondamenti.


[nota di Pasquale Quaranta: sullo stesso argomento si legga “Prega che ti passa”, dossier a cura di Stefano Bolognini, e l’articolo di Enzo Cucco Gli ex omosessuali in tv]

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