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Diversità in azienda

Parks: una fonte inesplorata di talento

di , La Nuova Ecologia, settembre 2011, p. 31

Vivere “nascosti” è una condizione stressante. La paura di essere “scoperti” e discriminati a causa dell’orientamento sessuale abbassa la qualità delle prestazioni lavorative. La riluttanza a condividere informazioni su di sé può essere interpretata come incapacità a costruire rapporti e a lavorare in gruppo.

Diversity management è la politica che alcune aziende in America e in Gran Bretagna hanno avviato con l’obiettivo di valorizzare le differenze e incoraggiare l’inclusione sui luoghi di lavoro delle fasce “più deboli” (anche se non esistono categorie deboli ma persone indebolite dal contesto culturale e sociale in cui lavorano).

I datori di lavoro, in altre parole, si sono resi conto che il benessere dei propri dipendenti costituisce un’opportunità per l’azienda, per la sua reputazione e per la ricerca di nuovi mercati. Le aziende italiane sono in grado di assicurare
ai lavoratori omosessuali la possibilità di realizzarsi e di crescere professionalmente?

Alcune imprese, tra cui Ikea, Johnson&Johnson e Telecom Italia, hanno risposto all’appello di Ivan Scalfarotto fondando Parks, un’associazione di aziende che valorizza la presenza in organico di persone gay e lesbiche. Col patrocinio del ministro per le pari opportunità. «In questo modo – spiega Ivan Scalfarotto, fondatore e direttore generale di Parks – si costruisce una vera meritocrazia: un posto dove il successo di ciascuno si fonda sul talento, sulla capacità e sulla qualità delle prestazioni lavorative, e che non ha a che fare con le proprie caratteristiche personali quali il genere, l’orientamento sessuale, le disabilità, l’età o l’origine etnica».

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