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«È stata un’esperienza fantastica, grazie a questo sacerdote»

Ventun anni, di Battipaglia: «Sono cristiano ma non posso definirmi cattolico, perché il Vaticano contro di noi usa un linguaggio violento»

di , Corriere della Sera, 28 dicembre 2003, p. 16

RIGNANO GARGANICO (Foggia) – È un fiume in piena Pasquale Quaranta: «È stata un’esperienza fantastica, sono ancora emozionato». Ventun anni li compirà a giorni questo ragazzone di Battipaglia che ha mamma Adelaide come prima alleata, iscritta all’Agedo, l’associazione che riunisce genitori di figli gay. Lui dice che di essere omosessuale lo ha scoperto due anni fa e non ha esitato: «Sono andato da mamma e gliel’ho detto». Poi non ha esitato a dirlo a tutti, diventando in questi anni giornalista di siti e riviste gay, protagonista di associazioni omosessuali.

Ora la sua scommessa vorrebbe vincerla con la Chiesa: «Sono credente», dice. E spiega: «Difficile definirmi cattolico, perché non riesco a condividere il linguaggio violento che usa il Vaticano contro gli omosessuali. Gesù non ce l’aveva con noi, non c’è una parola contro di noi nel Vangelo». Nella Bibbia sì, però, e Pasquale non fa fatica ad ammetterlo: «L’omosessualità è definita un’abominia nel “Levitico”. Ma non si può rimanere fermi a duemila anni fa, la cultura evolve. Bisogna capire che anche l’omosessualità è un dono di Dio. È una cosa naturale. Non è una scelta come tanti pensano. Sono certo che tanti di noi non sceglierebbero di essere gay, se solo potessero».

È un fiume in piena Pasquale Quaranta. Della sua omelia di Natale si porta addosso il ricordo della corsa in auto fatta da Battipaglia, subito dopo aver chiuso il negozio di abbigliamento, in mezzo alle nevi del Gargano. «È stato don Franco Barbero che mi ha chiamato da Pinerolo: “C’è bisogno di te a Foggia”, mi ha detto. Poi mi ha telefonato don Fabrizio: mi ha entusiasmato questo prete, sono corso a Rignano volentieri». È stato sospeso dalle sue funzioni don Barbero: «Perché fa battaglie che danno fastidio», dice Pasquale. Danilo è rimasto in disparte: «Il mio compagno è un tipo discreto, non vuole apparire», spiega Pasquale e aggiunge: «Siamo fidanzati da quasi un anno, e questo a dispetto di chi non vuole capire che anche gli omosessuali vivono una vita monogama. È una relazione faticosa, però, lui sta a Milano». E non vuole far sapere della sua omosessualità: «Teme di perdere il lavoro», ammette Pasquale. La strada della sua battaglia è molto in salita.

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