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Gay salernitano a Prodi: "Quando approvate la legge sulle unioni di fatto?"

Pasquale Quaranta, premiato tra i 50 migliori studenti italiani, gela platea e Palazzo Chigi.

di , Corriere del Mezzogiorno, 4 ottobre 2007, p. 9

Non avviene tutti i giorni di essere premiato dal presidente del Consiglio dei Ministri, Romano Prodi. Soprattutto se il premio è riservato ai migliori 50 studenti italiani. Ma, anche la più prestigiosa delle onorificenze soccombe di fronte alla «negazione» dei diritti civili. Tanto da indurre un blasonato neolaureato a rifiutare di stringere la mano al premier e tanto da far sudare freddo lo stesso capo del Governo.

Il neolaureato in questione è Pasquale Quaranta, portavoce ed organizzatore del Gay Pride di Salerno, ex consigliere dell’Arcigay nazionale ed ex redattore del canale satellitare rivolto agli omosessuali. Tutta colpa di una domanda imbarazzante: «Signor presidente, quando approvate la legge per le coppie di fatto?», chiede il giovane salernitano al termine della cerimonia di consegna degli attestati a Palazzo Chigi.

Ma Prodi, che forse non si aspettava tanta spontaneità, altro non fa che abbassare la testa e sudare freddo. La risposta? Interminabili secondi di silenzio: il premier rimane a bocca chiusa. Per fortuna che in suo soccorso arriva il ministro alla Difesa, Arturo Parisi, che, guarda Pasquale, circondato dagli altri suoi colleghi, e gli risponde: «È il Parlamento che approva le leggi». L’ironia di Parisi autorizza il sarcasmo di Pasquale. «Grazie», risponde il neolaureato, da ieri anche blasonato e che per l’occasione indossava una cravatta dai colori dell’arcobaleno, simbolo del movimento gay.

Poi, quando l’imbarazzo del premier – non certo di Pasquale che oltre ad intascare la sua onorificenza ottiene anche la solidarietà ed il plauso dei colleghi – si nasconde dietro l’ufficialità della cerimonia, comincia la fila per la classica stretta di mano.

Primo affronto: Pasquale si sottrae al gesto. Secondo affronto: il giovane salernitano rifiuta di partecipare alla foto di gruppo.

«Ecco cosa succede quando una voce omosessuale chiede la garanzia dei diritti civili – commenta rammaricato Pasquale al rientro a Battipaglia dove vive – siamo invisibili. Non ci degnano neanche di una risposta. Proprio Prodi poi che ha fatto dei Pacs uno dei punti del suo programma elettorale».

E pensare che, qualche giorno prima, in occasione di un convegno a Bologna organizzato dalla stessa scuola post lauream che ieri ha fatto premiare i neolaureati (Alma Graduate School), Pasquale ha chiesto all’arcivescovo del Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali, monsignore Claudio Celli, perché la Chiesa «ci considera peccatori». L’arcivescovo, a differenza del premier, non si fa cogliere impreparato e non si limita a rispondere: «Auspichiamo un dialogo con la comunità gay», ma chiede un incontro con Pasquale. La Chiesa risponde. Lo Stato no.

Ed il presidente dell’Arcigay nazionale, Aurelio Mancuso, incalza: «La politica si comporta sempre come se ogni domanda posta da un qualsiasi cittadino fosse un’imboscata. Non si rende proprio conto che questo Paese non ce la fa più. Ciò che è accaduto a Pasquale è proprio disdicevole».

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Romano Prodi
Romano Prodi © google.it
Pasquale Quaranta
Pasquale Quaranta ritratto da Iqbal Rustom © p40.it
Romano Prodi, Pasquale Quaranta
Pasquale Quaranta ricevuto da Romano Prodi
Claudio Celli
Claudio Celli © almaweb.unibo.it
Corriere del Mezzogiorno
Corriere del Mezzogiorno, 4 ottobre 2007, p. 9

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