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Gay, tutta un'altra storia: "Matrimonio egualitario? Un'antica aspirazione umana"

Arriva nelle librerie una storia dell’omosessualità oltre Oscar Wilde, Leonardo e Caravaggio. Per il matrimonio tra persone dello stesso sesso e contro Michel Foucault. Documenti storici inediti nel nuovo libro di Giovanni Dall’Orto

di , Repubblica.it, 18 novembre 2015

MILANO – “Condividere una storia è importante per la nostra comunità, soprattutto in Italia dove si nega continuamente la sua stessa esistenza”. Giovanni Dall’Orto è un giornalista, uno storico e un militante gay determinato e sicuro di sé. Tra i maggiori esperti di storia dell’omosessualità ha scritto un libro che colma una grande lacuna nella storiografia italiana (Tutta un’altra storia. L’omosessualità dall’antichità al secondo dopoguerra, il Saggiatore).

Si scopre così, dalla Bibbia alla metà del Novecento, che tanti miti andrebbero sfatati: dall’antichità classica come paradiso perduto delle persone omosessuali all’idea che il matrimonio tra persone dello stesso sesso sia un’invenzione recente.

Da militante lei non si è occupato solo dei problemi contemporanei ma ha dato sempre tanta importanza alla storia. Come mai?
Spesso diamo per scontato che certi fenomeni esistano da sempre, mentre invece sono recentissimi: si pensi alla famiglia tradizionale che le Sentinelle in piedi dicono di voler difendere, e che nella tradizione occidentale esiste da due o tre decenni soltanto. Conoscere il passato è necessario per smascherare mistificazioni di questo tipo.

Il suo libro rappresenta la prima storia dell’omosessualità maschile in Italia. Perché nel nostro Paese manca una tradizione storiografica su questo tema?
I tentativi compiuti nei decenni scorsi di lanciare i gay and lesbian studies nelle università italiane sono naufragati. Il mondo accademico è stato ostile: non a caso questo libro alla fine ho dovuto scriverlo io che non sono un accademico.

A fine settembre però ha organizzato un convegno all’università di Verona che ha fatto il punto sulla storia dell’omosessualità.
Forse è semplicemente morta o andata in pensione una generazione di “baroni” ostili. Negli ultimi anni sembra che qualcosa stia cambiando.

La sua ricerca parte dalla Bibbia: è così importante parlare ancora di Sodoma e Gomorra?
La narrazione di Sodoma ha un esatto parallelo nella vicenda dello stupro eterosessuale di Gibeah, che si svolge con le medesime modalità: se davvero narrando il mito di Sodoma la Bibbia intendeva condannare l’omosessualità, allora è necessario concludere che narrando il mito di Gibeah la Bibbia intendeva condannare l’eterosessualità. Conclusione palesemente assurda nel secondo caso, ma che poi nessuno giudica assurda nel primo.

Tutta un’altra storia non racconta i personaggi omosessuali “famosi” ma descrive la mentalità e l’evoluzione del costume. Quali sono i momenti di rottura più significativi?
Non mi interessano le faglie, ma la continuità, che è molto più insidiosa, perché spesso vanifica il cambiamento. Nei documenti ho trovato una serie di fiumi carsici, di filoni di pensiero che si combattono per secoli, magari spariscono e poi riaffiorano all’improvviso.

Può farci qualche esempio?
L’idea moderna che l’omosessualità abbia una causa innata può essere rintracciata all’indietro fino a Parmenide, Platone o Aristotele, mentre l’idea arcaica secondo cui esclusivamente l’eterosessualità può essere innata, la si può trovare sul giornale di stamattina. Queste due idee si combattono da millenni, eppure sono ancora entrambe fra noi, anche se a seconda dei momenti storici sono emerse con modalità diverse.

Un mostro sacro della storia della sessualità è Michel Foucault. Tutta un’altra storia non segue affatto il suo pensiero, anzi prende le distanze polemicamente soprattutto dai suoi seguaci.
Foucault, e ancora più i suoi “nipotini”, presentano l’omosessualità come un’invenzione medica dell’Ottocento, come una costruzione sociale. In altre parole sarebbero stati i medici ottocenteschi a convincere gli omosessuali di essere un gruppo umano a parte, cosa che prima di quel momento ignoravano completamente di essere. In realtà gli omosessuali sono sempre esistiti e hanno avuto sempre avuto coscienza di costituire un gruppo umano, come dimostro documenti alla mano. I medici non hanno “inventato” l’omosessualità: l’hanno solo patologizzata.

Nel suo libro mostra che le persone omosessuali per esprimersi, nel corso della storia, hanno dovuto inventarsi un gergo proprio.
Il fatto che i sodomiti del Cinquecento a Roma o del Seicento a Lisbona o del Settecento a Parigi utilizzino termini in codice per distinguere fra un “noi” e un “loro”, o per parlare del proprio mondo con un’ottica “speciale”, smentisce una volta di più la tesi secondo cui i “sodomiti” non potevano avere la coscienza di essere una “razza a parte”, un gruppo sociale. E le parole più usate per nominare in modo non insultante l’omosessualità (da “omosessuale” a “uranista”, da “transessuale” a “travestito”, da “gay” a “queer”) nascono nel e dal mondo omosessuale.

D’altra parte anche la cultura ufficiale ha nominato le persone omosessuali in maniera diversa nel corso dei secoli. Come si è evoluto questo discorso?
Come un gioco in cui moltissimi concetti, ad esempio “sodomita” o “contro natura”, sono stati a turno svuotati di significato e riempiti di altri significati, per adattarsi a cambiamenti enormi, volendo però dare l’illusione di mantenersi fedeli ai valori “di sempre”.

La parola “sodomia” invece è stata usata con almeno quattro diversi significati, in competizione fra loro.
Uno di questi significati era “qualsiasi rapporto sessuale fra persone dello stesso sesso” (l’esatto corrispondente dell’odierno “omosessualità”), tanto che fu usato, come dimostra una serie di citazioni, anche per definire i rapporti lesbici.

Un’altra curiosità è che il concetto di “contro natura” risale in realtà al significato originario greco e non cristiano.
Oggi se si chiede cosa voglia dire “contro natura”, ci si sente rispondere: “Eh, gli animali non lo fanno”. Ma i filosofi greci che usarono per primi questa espressione sapevano benissimo che gli animali lo fanno, tuttavia pensavano che fosse nella loro natura essere bestiali in quanto obbedivano solo all’istinto, mentre nella natura dell’uomo c’è la capacità di resistere agli istinti grazie all’uso della Ragione. Ossia, per loro quello del “mondo naturale” era un esempio da non seguire, il che è l’esatto opposto di quel che si intende dire oggi. Eppure la definizione non è cambiata.

Prima ha accennato al fatto che il matrimonio tra persone dello stesso sesso sia una realtà presente nella nostra tradizione. Può farci qualche esempio?
Nel libro dedico un capitolo agli studi di Giuseppe Marcocci e Giovanni Romeo sulla Roma e sulla Napoli del Cinquecento, dove scoppiarono clamorosi scandali causati da gruppi di sodomiti che non solo avevano formato conventicole, ma si sposavano gli uni con gli altri grazie alla complicità di alcuni di loro, che erano preti.

Una scoperta sorprendente. Come se esistesse un’aspirazione umana a sposarsi già da molti secoli.
Confesso che la scoperta di questi documenti ha sorpreso anche me, che credevo come tutti che l’aspirazione al matrimonio egualitario fosse assolutamente moderna. Invece quelle persone rischiavano la vita, e in effetti molti la persero, solo per veder riconosciuto il loro amore.

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