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Il regista cerca attrici per il "Sex and the city" in chiave omosex

Si gira un film documento sulla realtà delle lesbiche in città. I provini per le quattro protagoniste il prossimo 5 aprile al bar Tekabega – «Il cortometraggio s’intitolerà “L’interruzione”. L’Università di Salerno ci aiuterà con 500 euro».

di , Corriere del Mezzogiorno, 2 aprile 2005

SALERNO — «Sex and the city», il telefilm Usa diventato un cult in Italia, rivisto in chiave lesbica ed interamente realizzato a Salerno, con attori locali ed un regista sceneggiatore, Domenico Natella, anch’egli salernitano, già noto al mondo cinematografico nazionale.

Con pochi soldi, 500 euro, garantiti dall’ateneo di Fisciano su un progetto dell’associazione omosessuale universitaria Renée Vivienne, e tanto entusiasmo un gruppo di ragazzi guidati da un professionista si sta per cimentare in un cortometraggio che parteciperà, dal prossimo anno, a festival generalisti e di settore. «Il film si intitolerà L’interruzione e seguirà un po’ il filone di “Sex and the city” con quattro ragazze che, a cena, discutono della loro vita sentimentale – rivela il regista – il tutto naturalmente riletto in chiave omosessuale femminile. Perché l’obiettivo di questa produzione, che seguirà uno stile documentaristico, è affrontare un tema sociale attuale ed importante in chiave antidiscriminatoria. Insomma dare uno spaccato di normalità a chi non si rende conto di questa realtà. E credo che anche Salerno sia pronta per questa esperienza».

Il casting, per scegliere le attrici protagoniste del film, che dovranno garantire una partecipazione a titolo gratuito, è previsto per il prossimo 5 aprile, alle ore 21, presso il bar Tekabega nel centro storico di Salerno.

«Io ed alcune ragazze dell’associazione sceglieremo le protagoniste precisa Natella cerchiamo attrici tra i 20 ed i 35 anni, anche alla prima esperienza, che abbiano spontaneità e naturalezza. Questo può nascere da studi specifici ma anche da una predisposizione alla macchina da presa. Per questo non limitiamo la partecipazione a professionisti. La location delle riprese sarà una casa salernitana, per gli interni, ed una delle spiagge della città per le altre riprese».

L’idea è nata dalla possibilità di accedere a finanziamenti universitari per progetti promossi da associazioni interne all’Ateneo. Occasione colta dai soci della Renée Vivienne che hanno sottoposto l’idea al consiglio di amministrazione dell’Università. Che, nelle scorse settimane, ha approvato la realizzazione dell’opera per un impegno di spesa vicino ai 500 euro.

«È importante, per noi, ringraziare l’ateneo per la disponibilità mostrata afferma Luciana Napoli, responsabile del progetto per l’associazione omosessuale universitaria non conta la cifra stanziata, che non coprirà tutte le spese ed è davvero irrisoria per i costi di questa produzione, ma è fondamentale l’aver dato seguito ad una idea con grande sensibilità. Proprio perché sono veramente pochi soldi chiediamo agli attori di partecipare gratuitamente e di esserci vicini. Affrontiamo un tema per il quale l’associazione si sta muovendo non solo in ambito universitario».

Non è la prima volta che l’università esplora l’omosessualità femminile: nel novembre 2003 suscità interesse e scalpore l’inchiesta apparsa sulla rivista di ateneo «Controcampus».

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