p40.it


sito di Pasquale Quaranta

Sei in: home > interviste > Intervista ad Antonio Perris

Intervista ad Antonio Perris

Il direttore artistico del Circo di Moira Orfei spiega il successo di Moira e “svela” tutti, ma proprio tutti, i retroscena…

di , Babilonia, n. 231, maggio 2004, p. 27

[nota del 2006: ecco alcuni estratti del reportage pubblicato su Babilonia, che comprende un’intervista a Moira Orfei, la regina del Circo, e una breve intervista a Gianluca Faruolo, fotografo salernitano, autore del manifesto ufficiale di Moira Orfei]


Antonio Perris, direttore artistico del Circo di Moira Orfei. Figlio di Carlo Perris, già acrobata, cavallerizzo e addestratore. Antonio non fa mistero della sua omosessualità, così come della sua età: ha 61 anni e non li dimostra affatto.

«Il segreto del successo di Moira? Sempre in viaggio, nonostante il cinema, la televisione, non ha mai tradito il Circo. L’anno scorso la accompagnavo a Domenica In, facevamo viaggi assurdi con voli privati, elicotteri per ritornare allo spettacolo… È una passione, non si spiega altrimenti. Moira è una donna splendida, è la “Regina dei gay”, difende sempre i più deboli. Odia le prepotenze, è schietta, ammirevole. Abbiamo entrambi un carattere molto forte. Un difetto? E pignola, odia i ritardi e alle volte è troppo impulsiva, parte subito in quarta!».

Antonio mi parla di dinastie circensi, del giocattolo meraviglioso dei bambini che non si rompe «nonostante gli attacchi degli animalisti. I bambini possono vedere gli animali dal vivo qui invece che allo zoo, tra le sbarre, che è deprimente!». La sua dottrina di vita è riassunta così: «Ognuno deve cercare la sua dimensione che, come un abito, deve vestire bene. La libertà è un diritto umano ed è una cosa molto soggettiva. La rispettabilità di una persona ovviamente prescinde dalla sua omosessualità». Negli anni Cinquanta incontra Moira, a Napoli: «Si montava il Circo di Nando Orfei nello spiazzo del Maschio Angioino. Moira era sconosciuta all’epoca e ricordo che indossava un abito nero molto aderente, stavano tutti lì a guardarla».


Moira ci racconta un aneddoto divertente: «Antonio è un uomo molto intelligente. Ho avuto un omosessuale che si nascondeva, Gianni. Quando scritturai Antonio ebbero una discussione perché proprio Gianni disse: “lo non ci vado a mangiare là che ci sono tutti quei finocchi!”. Antonio rispose: “Ma stai zitto che lo sei anche te!”. E io: “Gianni, è vent’anni che lo so e faccio finta di non saperlo perché so che ti dà noia”. Oh, era acido, poi si è sbloccato ed è diventato il più bravo di tutti i gay che ho io qua».


Antonio “svela” tutti, mi indica nel Circo quelli che sono gay e non vogliono farlo sapere, quelli sposati che camminano mano nella mano con moglie e figli ignari del “vizietto inconfessabile”. Lui ha vissuto gli anni in cui non era dato sognare una relazione affettiva stabile tra due uomini. «È ovviamente un sentimento personale: sono sereno, non dico felice, ma sereno». Gli chiedo cosa intende per felicità e mi risponde con un largo sorriso: «Avere la mia famiglia sempre vicino, in buona salute». E domani? Ha un sogno da realizzare? «Come si dice: I sogni svaniscono all’alba. Se Moira vorrà, resterò con lei tutta la vita».

Torna su ^