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La "comunitàzione" gay online

Pasquale Quaranta, 23 anni, dottore in Scienze della Comunicazione. Ha presentato la sua tesi di laurea sulla cultura gay on line: il caso italiano; ed ha conseguito la votazione di 110 e Lode, presso l’università di Fisciano (Salerno). Pasquale Quaranta ricopre la carica di consigliere nazionale dell’Arcigay, è uno degli organizzatori del Gay Pride Salernitano, giornalista Free-lance e collaboratore di Gay.tv

di , Comunitazione.it, 25 gennaio 2007

La tua tesi sulla cultura gay italiana si presenta molto ricca e ben articolata nelle sue 140 pagine e ha senza dubbio incuriosito e spiazzato in primo luogo la commissione esaminatrice, eccetto i relatori: la docente di Teoria e Tecniche dei Nuovi Media,Teresa Numerico, e la docente di Bioetica, Angela Putino; ma anche i colleghi laureandi e il pubblico in platea.

Che sensazioni hai percepito da quest’ultimo che ti ascoltava, era positivamente incuriosito o solamente allibito e scandalizzato dal fatto che venisse proposto questo tipo di tema in sede di laurea, cosa impensabile sino a tempi non troppo lontani?

Se la commissione esaminatrice è stata spiazzata dall’argomento, significa che nessuno aveva letto la tesi prima, eccetto i relatori. Io, se permetti, sono “spiazzato” da questo modo di fare… Purtroppo la docente di Bioetica, la prof. ssa Angela Putino, era assente per malattia. È venuta a mancare all’affetto dei suoi cari il 16 gennaio. A lei va la mia gratitudine per aver scritto, nonostante fosse malata, la presentazione della tesi. Il pubblico ha ascoltato in silenzio quanto avevo da dire, cosa rara quando in aula ci sono anche le famiglie, amici e parenti di quattordici candidati con tanto di fiori, regali… Alla fine molti hanno applaudito nonostante il presidente della commissione di laurea avesse chiesto esplicitamente di non farlo per recuperare tempo. Mi è sembrato di rivivere il Natale del 2003 quando il parroco di Rignano Garganico, un paesino in provincia di Foggia, mi invitò a tenere l’omelia sul tema dell’omosessualità e della fede cattolica durante la messa di mezzanotte. Allora fu altrettanto emozionante e la reazione del pubblico, cioè di fedeli cattolici riuniti per la celebrazione eucaristica, fu più o meno la stessa: all’inizio il silenzio, poi la solidarietà, la comprensione.

In queste pagine vengono discussi i rischi e le opportunità che la Rete offre sulle capacità di divulgare la cultura gay, ma è tuttavia un modo per rispondere ai pregiudizi, cercando di vincerli con il mezzo più potente a disposizione: la cultura. Come si colloca l’Italia all’interno di un ambito più allargato, quale ad esempio l’Europa, circa la trattazione di queste tematiche?

Il problema non è soltanto denunciare l’arretratezza culturale italiana rispetto agli studi gay e lesbici europei, quanto comprendere, da un lato, le motivazioni culturali per cui l’università italiana è chiusa a questi temi, e dall’altro capire qual è l’impatto dei temi culturali sulla comunità gay.

Nei college americani sono stati attivati corsi di gay and lesbian studies, credi che tutto ciò trasposto nella realtà italiana sia solo fantascienza, o che si possa concretizzare se non nell’immediato futuro almeno quanto prima?

I siti internet che ho analizzato, ad esempio Culturagay.it, dimostrano che le competenze per discutere con esperti e studiosi di questi temi ci sono, esistono, e che queste competenze sono valide. C’è da vedere in che modo la comunità gay online, utilizzando la Rete, potrà influire sulla promozione di corsi dedicati alla cultura gay, queer e transgender in ambito accademico. Questa è anche una scommessa per la comunità gay, ma non può tacersi il fatto che i siti internet della comunità sono già fonti autorevoli per alcuni studi scientifici.

Nella tua tesi viene trattato il tema del rapporto tra i nuovi media e la cultura gay, attraverso quali strategie è possibile parlare e far parlare di essa? Che cosa s’intende per “mobilità intelligente” (smart mobs, in inglese)?

La strategia vincente è l’unione che, come si dice, è una forza,unione unita alla partecipazione. I siti di cultura gay che si stanno sviluppando ondine dovrebbero rispondere a logiche comunitarie, a logiche di “comunitàzione” ondine appunto, mi piace questo neologismo, per me significa anche “comunicare la comunità”, una comunità con una propria cultura peculiare ed autonoma, al’interno e all’esterno di essa. Generalmente per “smart mobs” s’intende l’abbreviazione di “smart mobiles”, cioè “telefoni cellulari intelligenti”, ma Howard Rheingold, autore di questa espressione e di un libro dedicato a quella che egli stesso definisce “la rivoluzione sociale prossima ventura”, utilizza questo concetto anche nell’accezione di “folla intelligente”, “moltitudine intelligente”, riferendosi agli effetti dell’uso dei nuovi media che si connettono alla Rete sulle comunità umane. C’è da capire quanto l’utilizzo della Rete Internet da parte della comunità gay potrà influire sull’opinione pubblica italiana e sul dibattito in corso per il riconoscimento dei diritti e dei doveri delle persone omosessuali.

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Tesi A.A. 2005/2006

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