p40.it


sito di Pasquale Quaranta

Sei in: home > dossier > Libro su Gesù 2004 > L’impudenza gay

L’impudenza gay

[nota della redazione: pubblichiamo questo articolo pur non condividendone né i toni né il contenuto]

di , Il Denaro, 15 aprile 2005

Lo sdoganamento gay ha assunto dimensioni straripanti. Stanno dappertutto. Sui quotidiani, sui settimanali, sui mensili, in tutte le reti televisive nazionali e locali. Una vera invasione. Specie in letteratura. Sono più che noti i libelli sull’omosessualità di Platone, Aristotele, Alcibiade, Michelangelo, Leonardo, Oscar Wilde, Jack Kerouac, Andrè Gide… e i libercoli sugli amori gay tra Alessandro Magno e l’efebico Efestione, tra Achille e il giovane Patroclo, tra il bellissimo Jean Arthur Rimbaud e Paul Verlaine. E, nientedimeno, tra il nazista Adolf Hitler e il suo ministro Albert Speer. Un coinvolgimento che, per la verità, non è piaciuto per nulla ai gay di sinistra. Che, tranne poche eccezioni, sono la totalità. Un dato che meriterebbe una seria riflessione anche di tipo ideologico. Ma questi illustri personaggi non bastavano per avvalorare la tesi della “superiorità intellettuale” degli omosessuali, teorizzata dal professore di filosofia Gianni Vattimo, noto omosessuale torinese, eurodeputato della Sinistra fino al giugno del 2004.

Bisognava coinvolgere altre personalità per avvalorare la tesi della “superiorità morale”. Ed ecco due recenti libelli. “Il mondo intimo del Presidente” nel quale lo psichiatra americano C. A. Tripp sostiene che Abramo Lincoln era gay e che l’ossessione della riservatezza, la negligenza verso la moglie Mary Todd scaturirono dalla sua omosessualità.

Poco importa che David Herbert Donald, un luminare dell’università di Harvard, e lo scrittore Philip Nobile lo abbiano stroncato come privo di qualsiasi documentazione (dal matrimonio del Presidente nacquero quattro figli e la signora Todd ebbe ben tre aborti) e dissacratorio di un padre della patria osannato per le sue virtù. L’America dimostra di essere il paese della Libertà. Pensate a quel che accadrebbe da noi se venisse pubblicato un libro sui rapporti omosessuali tra Garibaldi e Nino Bixio…

L’altro libello è del salernitano Pasquale Quaranta, gay dichiarato, che, dopo avere pronunciata l’omelia di Natale il 24 dicembre 2004 in una chiesa pugliese in difesa dell’omosessualità (col permesso di un parroco incosciente …), ha presentato, in piena settimana santa e con il patrocinio dell’amministrazione comunale diessina, “L’uomo che Gesù amava”, nel quale si narrano gli amori carnali tra il figlio di Dio e il giovane Giovanni Battista. Tranne qualche timida reazione del clero locale non ci sono state le indignazioni e le proteste del mondo religioso, culturale e politico nazionale che era lecito attendersi. Contrariamente alle reazioni negative, peraltro giustificate, che avrebbe provocate, anche tra i mussulmani che vivono nel nostro paese, un libello sugli amori gay tra Maometto e qualche suo discepolo. Ben vero che la nostra Costituzione sancisce libertà di pensiero, di espressione, di opinione a tutti i cittadini della Repubblica. Ma c’è un limite a tutto. Come c’è, per esempio, a Cuba. Dove è impensabile un libello sugli amori omosessuali del mitico Che e dove i gay vengono fucilati o messi a marcire in prigione. Come ha documentato Amnesty International. Altro che “isola della felicità” come sostengono Abbado, la Rossanda, il noglobal Minà e altri trinariciuti.

Torna su ^