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Nasce l’associazione gay, ed è subito sfida

Il primo obiettivo è culturale. Tra i progetti scendere in strada con stand per far conoscere «il lato normale dell’omosessualità». In pochi giorni sessanta iscritti: «Siamo tutti giovani, gli adulti hanno paura di subire discriminazioni».

di , Corriere del Mezzogiorno, 12 aprile 2003, p. 7

SALERNO – Racchiudono tutto in un neologismo e a chiare lettere dicono: basta utilizzare il termine omosessuale. Essere gay o lesbiche, non significa fare riferimento solo ed esclusivamente a tendenze sessuali. Ma significa amare, volere bene. Significa essere, piuttosto, omosentimentali. Il primo mese di bilancio dell’associazione salernitana di cultura omosessuale «Federico Garcia Lorca», è più che positivo. Da quattro, gli attivisti o comunque i frequentatori dell’associazione, sono diventati circa quaranta. Se a ciò si aggiunge che on line, nel gruppo di discussione appositamente creato, gli iscritti in pochi giorni sono arrivati a quota sessanta, vuol dire che a Salerno qualcosa sta cambiando. C’è ancora tanto da fare, precisa però Pasquale Quaranta, portavoce dell’associazione. Molti omosessuali salernitani, dice, hanno paura di farsi riconoscere come tali. Hanno paura di subire discriminazioni sul posto di lavoro, di essere additati come amorali. «Non è un caso se ad oggi a farsi avanti sono stati soprattutto i minorenni o, comunque, gli under trenta – racconta Quaranta – I nostri attivisti hanno 16-25 anni, e della loro omosessualità non hanno affatto vergogna. Più difficile, invece, il coinvolgimento degli adulti, di coloro che sono inseriti come “normali” nella vita salernitana, e che hanno troppa paura di essere considerati diversi». È proprio per questo che l’associazione lancia un appello a tutti coloro che hanno voglia di essere liberi e felici di amare chi gli pare. S’incontrano ogni mercoledì sera, presso “Spazio Donna”, in piazza Vittorio Veneto 2. Gay, lesbiche, bisessuali, parlano della loro vita. Ma organizzano anche feste, cene e, soprattutto, progetti. Come quello di andare nelle scuole per far capire agli alunni, e ancor prima ai professori, che essere omosessuale non c’entra nulla con la pornografia o con la prostituzione. Hanno intenzione di avviare campagne per la prevenzione all’Aids, di coinvolgere le istituzioni. Nei prossimi giorni scenderanno per strada, realizzeranno degli stand presso i quali poter far conoscere «il lato normale dell’omosessualità». Hanno anche creato un sito, gli attivisti dell’associazione, www.lorca.nelweb.it. Ed è lì che il presidente Salvatore Di Feo ha affidato il suo messaggio: «Il nostro obiettivo è quello di dare a un giovane che si scopre gay o lesbica, o transessuale o ancora bisessuale affinché non reprima la propria identità affettiva a causa del pregiudizio diffuso per le vie della nostra città. Non c’è niente di più amorale, per dirla con un termine che spesso ci viene rinfacciato, che mettere da parte i propri sentimenti e compiere scelte che col tempo risultano errate».

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