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Oltre il maschile e femminile: prima di tutto persone.
di Pasquale Quaranta, La Nuova Ecologia, luglio-agosto 2011, p. 29
È stata ripresa da alcuni giornali rosa la notizia della nascita di Storm, due enormi occhi blu e capelli biondissimi. Qual è la notizia? Non si sa se storm sia maschio o femmina.
Nessun ermafroditismo, solo la volontà dei suoi genitori, Kathy Witterick e David Stocker di Toronto, di lasciarlo libero di scegliere la propria identità di genere. il concetto di “maschio” e “femmina”, che per convenzione si attribuisce in base al sesso biologico, non gli sarà insegnato.
Se pensiamo alle sofferenze delle persone che hanno vissuto per molti anni in un corpo che non sentivano proprio e ci documentiamo sulle migrazioni di genere (come spiega bene Delia Vaccarello nel suo libro Evviva la neve. Vite di trans e transgender, Mondadori), la scelta dei genitori di Storm non è solo una provocazione.
Quando Storm è nato, Kathy e David hanno inviato un’email a parenti e amici: «Abbiamo deciso di non far sapere il sesso di storm per il momento: un tributo alla libertà e alla scelta». La reazione è stata immediata: tutti hanno accusato la coppia d’imporre la loro ideologia sul neonato, condannandolo a un futuro di bullismo e dileggi da parte degli altri bambini.
Già ai due figli più grandi, Jazz, 5 anni, e Kio, 2, è concesso di scegliere se vestirsi da “maschio” o da “femmina”. Il risultato è che vengono regolarmente scambiati per due bambine e spesso derisi. Per questo, Jazz (che adora indossare un vestito con la gonna rosa e tiene i capelli raccolti in una treccia) è costretto ad essere educato a casa. «Quando vivremo in un mondo dove le persone possono scegliere di essere chi vogliono?» ha commentato Kathy Witterick.