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Omofobia Zero: parla il figlio

L’erede di Renato, Roberto Fiacchini Anselmi, “spiega” le dichiarazioni del cantante: “i giornalisti vogliono travisare: nell’omosessualità è sbagliato l’eccesso”. Ma ai sorcini non basta.

di , Gay.it, 30 dicembre 2005

[nota del 2006: ecco l’ultimo dei quattro articoli che ho scritto per smascherare (e denunciare) le imposture di Renato Zero. A questa analisi è correlato anche un mio commento sulle dichiarazioni di Rudy Zerbi, discografico di Renato, e un’intervista a Fabio Canino, attore e showman televisivo]


SALERNO – Roberto Fiacchini Anselmi, figlio adottivo nonché legittimo erede di Renato Zero (al secolo Renato Fiacchini), si è sentito in dovere di fornire una spiegazione. Del tutto insufficiente, vaga, sgrammaticata e a tratti offensiva. Ma l’ha data.

Roberto ha postato il suo messaggio in Zenzero, forum del sito ufficiale di Renato Zero, di cui è anche moderatore. Titolo della discussione: “Gay & Down” (chi non è iscritto può leggere cliccando qui).

Sintetizzando (e correggendo il testo per rispetto nei confronti dei nostri lettori):

  • «… leggere notizie riportate e interpretate, può essere una “deficienza”. (…) chi scrive non capisce o meglio vuole, spesso, travisare il significato di quello che uno dice. Quello che un bravo giornalista dovrebbe fare, ammesso che lo sia, è usare il mezzo per cui lavora e far arrivare il messaggio…
  • … aver letto che Renato ha dichiarato che i gay sono come i down… può far male… Quello che Renato voleva esprimere, usando dei termini… crudi ma che a volte servono per far arrivare prima il messaggio, duro se vogliamo… è che i gay, come i down… omosessuali e disabili… vengono trattati con diffidenza, con disprezzo, con il silenzio.
  • Per quanto riguarda la sua omosessualità (di Renato Zero n.d.r.), vera o presunta, è esclusivamente una scelta, l’eccesso è sbagliato… come dà fastidio sentir parlare un gay nei discorsi prettamente personali, di rapporti, di promiscuità, quando c’è, è altrettanto fastidioso sentir parlare un “vero maschio” per tutte le sue conquiste. Insomma, l’eccesso non è mai bello, non è mai fine, mai delicato.
  • Si può essere d’accordo sul matrimonio gay e non sull’adozione. Si può essere pro preservativo e allo stesso tempo contro, lo stesso vale per l’aborto… è disumano».

Tutta colpa dei giornalisti, dunque. E dei gay morbosi il cui unico scopo è pretendere da Renato il racconto di ciò che fa tra le lenzuola. Eppure la nostra indignazione è sia per le dichiarazioni sull’aborto – che Anselmi definisce con sconvolgente semplicismo – sia sui profilattici e chi li usa, sia sul peccato la relativa redenzione.

Sull’infelice (e ribadita) associazione “gay = down”, scrive dulcex: «Un discorso sofistico per non dire machiavellico. Zero parla da una prospettiva sociale perfettamente adeguata. Prospettiva che noi lottiamo per cambiare in qualcosa di più umanamente compatibile. Perché siamo tutti diversi e diversamente abili. Siamo identici solo a noi stessi. Ognuno è quello che è indipendentemente dalla sua volontà. *Preferisco essere associato ad un down piuttosto che a un sorcino*».

Non sfugga questa ultima considerazione. Siamo entrati in chat e abbiamo chiesto ad alcuni utenti di commentare l’intervista del Corriere. Ci siamo resi conto che “sorcino”, in seguito alle dichiarazioni di Zero, è diventato sinonimo di intollerante, razzista, omofobo oltre che stupido.

E ciò è del tutto logico perché se i “sorcini”, abituati alle intemperanze verbali di Renato, possono anche dire di aver compreso il “vero senso” delle parole del cantante – e ancora una volta scusarlo – lo stesso non può valere per chi non conosce la Zerosofia, né per il pubblico medio “perfettamente adeguato” che in quelle sue asserzioni non legge certo una difesa dei “diversi” ma, al contrario, trova una riconferma dei propri pregiudizi. Come dire: ma sì, compatiamoli pure, questi sventurati, abortisti, peccatori! Dall’alto della nostra normalità, possiamo permettercelo.

A questo punto, propongono sorcine ed ex sorcini on line (le donne sembrano essere più docili degli uomini): «sarebbe quanto mai opportuno che Renato smentisse pubblicamente, o ammettesse – mica è una colpa imperdonabile – di essersi espresso male con conseguente fraintendimento. Sarebbe un gesto gradito a molti». Anche perché, aggiungono, si sono innamorati di Zero «proprio perché sembrava incarnare la bellezza delle diversità (_tutte_, non solo quella gay)» contro le “prospettive sociali perfettamente adeguate”. E ora soffrono nel vedersi considerare razzisti, omofobi e anche ottusi.

Intanto Renato Zero (primo nelle classifiche con il suo nuovo album) condurrà da lunedì 26 dicembre a venerdì 6 gennaio Radio 2 / Renato 0, programma radiofonico trasmesso da Radio 2 Rai. Per chiedere di intervenire nella trasmissione: renatozero@rai.it oppure 06 375 14 339. Facciamoci sentire!


Lezioni di stile: a Londra, Elton John e il suo compagno David Furnish si sposano nel municipio di Windsor grazie alla nuova legge britannica sul riconoscimento civile delle coppie omosex. Alla cerimonia, privata, assistono pochi invitati fra i quali i genitori degli sposi. Usciti dal portone del municipio (fra gli applausi dei fan e gli scatti dei fotografi) Elton e David si abbracciano felici e contenti.

«Auguri Elton, sei tutti noi – esulta Sergio Lo Giudice, presidente nazionale Arcigay – In Italia, di solito, le star gay preferiscono mantenere l’ambiguità sulla loro identità e prendere le distanze dalle richieste delle persone omosessuali. Come dire: se gli inglesi hanno un Elton John che dà visibilità planetaria alle loro conquiste o un George Michael, che finanzia con cifre astronomiche le organizzazioni di lotta all’Aids, a noi tocca un Renato Zero che si è recentemente scagliato contro il profilattico e l’aborto, o un Domenico Dolce che si schiera con Ratzinger contro i Gay pride».

O un Roberto Fiacchini Anselmi, secondo il quale dichiararsi gay è «l’eccesso». E l’eccesso, mie care, “non è mai bello, non è mai fine, mai delicato”.

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