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Ci vediamo a Palermo

Il pride nazionale si svolge quest’anno per la prima volta nel capoluogo siciliano con il sostegno di tutte le istituzioni locali. Un’occasione per dimostrare che la Sicilia è andata avanti, come e anche più del resto d’Italia

di , Pride, aprile 2013, p. 4

Quest’anno giochiamo in casa. Il pride nazionale che si svolgerà il 22 giugno a Palermo avrà l’appoggio istituzionale non solo del comune e della provincia ma dell’intera regione siciliana. A presiederla Rosario Crocetta, politico antimafia e omosessuale dichiarato, che ha assicurato “disponibilità a sostenere qualunque iniziativa in favore dei diritti delle persone”.

Un impegno rivendicato anche dagli “atti dell’assemblea regionale siciliana dal punto di vista legislativo contro le discriminazioni e per i diritti delle famiglie anagrafiche”. E attestato da un patrocinio oneroso.

A impegnarsi pubblicamente e in modo concreto per la buona riuscita della manifestazione ci sono anche il presidente della Provincia di Palermo, Giovanni Avanti e il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando (nella foto a destra), tra i primi a sostenere la candidatura della città come sede del pride nazionale ed entrambi presenti all’affollata conferenza stampa del 17 marzo al teatro Massimo.

L’amministrazione Orlando in particolare ha prodotto nei mesi scorsi due mozioni per i diritti glbt: una contro l’omofobia e un’altra a favore del riconoscimento delle coppie di fatto anche omosessuali. Altri due passi importanti sono stati la nomina di un consulente al comune di Palermo per le persone glbt e l’adesione alla rete nazionale delle pubbliche amministrazioni contro le discriminazioni di genere.

“Chi si stupisce di un pride nazionale a Palermo – afferma Orlando – lo fa perché non ci conosce, non conosce veramente questa città. La nostra forza è quella di scegliere di essere e di restare diversi. La vera identità non è quella con cui nasci, ma è quella che ti scegli e ti costruisci. “Palermo”, aggiunge il sindaco, “non può aspirare a essere la capitale della cultura europea se non riconosce pari diritti e dignità a tutti”.

“In un paese che non ha uno straccio di legge per i diritti delle persone omosessuali”, ci dice Titti De Simone (foto), presidente del coordinamento Palermo pride, “questo impegno istituzionale serve a dare un segnale forte al parlamento affinché riconosca i nostri diritti: matrimonio egualitario, estensione della legge Mancino ai reati di stampo omofobico e transfobico, misure positive per combattere la discriminazione e facilitare l’inclusione, tutela delle famiglie omogenitoriali, depatologizzazione delle persone trans”.

A queste rivendicazioni il coordinamento composto, tra l’altro, dalle maggiori associazioni glbt cerca di unire le istanze della società civile. “Non si tratterà di un ‘gay pride’ o ‘glbt pride’”, spiega De Simone, ma di ‘Palermo pride’: un momento di confronto con tutta la città che lega i nostri diritti con quelli di ogni minoranza sociale discriminata”. E se si guardano i numeri, la città risponde.

Nel 2010, anno del primo Palermo Pride, la marcia per i diritti coinvolge 15mila persone. Nel 2011 i partecipanti salgono a 20mila, malgrado la pioggia. Nel 2012, la cifra si duplica e il Palermo pride viene inserito nelle guide turistiche internazionali e nel calendario dell’assessorato al turismo della regione siciliana. “E pensare che solo un anno fa”, confida De Simone, “una delle più accreditate guide turistiche internazionali, Frommer’s (8 milioni di copie vendute negli Stati Uniti), scriveva: “La Sicilia rimane una delle maggiori roccaforti dell’omofobia in Europa”, mettendo in guardia i turisti omosessuali dai rischi di una vacanza nell’isola.

Qual è il vissuto delle persone omosessuali, oggi, a Palermo? “Tenersi per mano non è un problema”, ci dice Daniela Tomasino, presidente Arcigay Palermo. “Si vive bene ma questo non è un paradiso, è un pezzo d’Italia, e se baci la tua ragazza, ti guardi le spalle perché non sei sicura al 100%. Non abbiamo avuto grosse aggressioni in strada, registriamo piuttosto episodi di violenza in famiglia quando i genitori scoprono l’omosessualità dei propri figli”.

Quest’anno al pride si attende una partecipazione senza precedenti. Grazie al supporto del tessuto imprenditoriale, tra cui Confindustria e Legacoop, Palermo vuole mostrare l’immagine migliore della Sicilia, quella di una terra accogliente, aperta alle differenze e meta ideale del turismo glbt. Una regione in cui ogni persona può essere se stessa senza inutili infingimenti.

Massimo Milani, fondatore insieme al compagno Gino Campanella del primo circolo Arci Gay nel 1980, è intervenuto en travesti alla conferenza stampa di presentazione del pride (foto): “Difendiamo la libertà di ognuno di essere se stesso. Ci vogliono in giacca e cravatta”, ha affermato, “ma puoi dire cose serie anche se indossi un boa di struzzo”. Applausi a scena aperta. Il boa di piume magenta (colore del Palermo pride) è diventato un testimone indossato a turno da tutti i relatori, compresi il sindaco Orlando e Maria Grazia Cucinotta, una delle madrine del pride: “Sono fiera del ruolo che sono chiamata a svolgere, il Pride è occasione per la Sicilia di dimostrare il suo buon cuore”. “Nella mia vita” ha dichiarato l’attrice, “ho avuto la fortuna di avere una madre che mi ha insegnato che nessuno può giudicare nessuno e ogni giorno cerco di passare questi insegnamenti. Puntare il dito equivale a puntare la pistola e questo uccide più di un proiettile”.

Tra le novità anticipate per quest’anno, un ricco calendario “verso il pride” con i contributi di Emma Dante e Ferdinando Scianna, il patrocinio dell’ambasciata degli Stati Uniti e il pride village nei canteri culturali alla Zisa (dal 14 al 23 giugno). Per informazioni: 800 261 977 – www.palermopride.it

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