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Pasquale Quaranta (a cura di), Omosessualità e Vangelo

Pasquale Quaranta (a cura di), Omosessualità e Vangelo. Franco Barbero risponde, Gabrielli Editori, S. Pietro in Cairano (Verona) 2008, pp. 160, euro 14,00

di , Pride, n. 112, ottobre 2008, p. 62

Don Franco Barbero è uno di quei sacerdoti, ora “silenziati”, che nel corso degli anni Sessanta e Settanta del novecento, sull’onda delle speranze suscitate dal Concilio Vaticano II, hanno dato vita alle comunità cristiane di base con l’intenzione di dare nuova consapevolezza alla loro vita di fede e contribuire a rendere evangelica e credibile la chiesa cattolica.

La sua comunità, “Viottoli”, fondata nel 1973 a Pinerolo, in provincia di Torino, si è distinta subito per l’attenzione alle persone gay e lesbiche. L’amore gay, nella comunità di don Barbero, è benedetto come un dono di Dio e sui temi della sessualità e del rispetto degli altri (di tutti gli altri), si disubbidisce alle autorità vaticane in nome dell’ubbidienza al vangelo.

Nel 2001 Pasquale Quaranta, giovane studente, gay cattolico in conflitto con se stesso e con la sua chiesa, dopo l’ennesima esortazione di un confessore ad affezionarsi ad “una bella ragazza” e a sconfiggere il peccato, scrive a don Barbero. Il sacerdote gli risponde con parole di conforto e di incoraggiamento: chi lo esorta a cambiare la sua natura “è un cattivo consigliere anche se è un confessore” e il suo consiglio è “un devastante invito alla negazione di sé”. Da quel primo scambio epistolare inizia una assidua frequentazione di Pasquale e don Barbero fino alla nascita di questo libro che raccoglie alcune delle lettere di gay, lesbiche o delle loro famiglie, tra le tante che don Franco riceve, con le rispettive risposte.

Le lettere sono un’interessante miscela di tutte le storture dell’educazione cattolica che ha indotto molti gay e molte lesbiche a introiettare forme di omofobia difficili da rimuovere perché avallate dalla “verità” unica della chiesa secondo la quale l’orientamento omosessuale è un oggettivo disordine morale e un gay o una lesbica non possono essere in grado di amare. Affiora qua e là la contraddizione tra una vita di amore, vissuta anche con gioia, e la sensazione di sentirsi “sporchi” fino a un bisogno masochistico di espiare la colpa di non essere “normali”. Altre volte c’è la visione apocalittica di una maledizione eterna: “È così terribile la mia colpa da sentirmi maledetto per sempre?”. Alcuni gay confessano una sessualità compulsiva vissuta come una punizione, altri sembrano volersi ribellare alla chiesa, maestra di ipocrisia, ma poi annaspano in una difficile ricerca della consapevolezza della loro libertà e della loro autonomia. I termini più ricorrenti di questo concentrato di omofobia interiorizzata sono: lacerazione, tormento, angoscia, punizione, blasfemia, sporcizia, fallimento, malattia, peccato, malefatte. E non mancano accuse da parte di qualche cattolico più integralista al prete che osa leggere e vivere il vangelo senza ubbidire alle gerarchie: quando è stato ordinato sacerdote non sapeva “che l’omosessualità è condannata dalla Chiesa?”.

A tutti don Franco risponde con toni sommessi e pacati, ma con fermezza, denunciando i tentativi delle cosiddette “terapie riparative”, veri crimini contro l’integrità della persona umana, auspicando una nuova visione dell’essere chiesa come popolo di Dio, il cui punto di riferimento è costituito dal vangelo e non dai precetti delle autorità vaticane, invitando i gay e le lesbiche (ma anche i divorziati, i separati, i conviventi), a non chiedere permesso a nessuno per vivere le proprie esperienze.

Le parole di amore e di solidarietà di don Barbero, attente alle esperienze concrete dei suoi interlocutori, si inseriscono in una tradizione che esiste nella nostra cultura religiosa, ma si tratta di una tradizione che non si è mai fatta chiesa e che è stata condannata come eretica, nonostante qualche santificazione, fin dal medioevo. La chiesa è infatti un’altra. È la chiesa della “verità” dei dogmi, del potere e dell’arroganza, dei roghi e delle scomuniche. E infatti a don Barbero che chiede dialogo, il Vaticano ha risposto dimettendolo nel 2003 dallo stato clericale. E una volta emessa la sentenza (“suprema, inappellabile e non soggetta a nessun ricorso”), l’indifferenza e il silenzio.

Il fatto è che le due facce della cultura cattolica, quella del Vaticano, della precettistica e dei dogmi da una parte e quella dei preti delle comunità di base, dell’amore e del rispetto dall’altra, a me paiono inconciliabili e temo che don Barbero, Pasquale Quaranta e Paolo Rigliano (che firma una bella e accorata postfazione al libro), insieme ai cattolici “adulti” che vorrebbero essere evangelici e cattolici, continueranno a vivere nella chiesa di Roma come clandestini, stranieri nella loro terra.


Il libro può essere richiesto al seguente indirizzo:
Gabrielli Editori – via Cengia, 67 – 37029 San Pietro in Cariano (Verona) – tel. 045/7725543 – info@gabriellieditori.it – www.gabriellieditori.it, oppure al sito Internet Bookshop cliccando qui.

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Immagini dell'articolo:

Franco Barbero risponde
Tutto sul libro Omosessualità e Vangelo, a cura di Pasquale Quaranta, Gabrielli editori 2008. Storie d'amore e percorsi di vita con cui confrontarsi. Domande di donne e uomini. Franco Barbero risponde.

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