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"Scandalo" lesbo in Ateneo

Salerno: coming out di studentesse sulla rivista universitaria. Per un giornalista locale è “semplice esibizionismo”, una sfida che “non si sa che diritti pretenda”. Le reazioni.

di , Gay.it, 16 dicembre 2003

SALERNO – Una vera perla di lesbofobia. Ma sarebbe meglio definirla ignoranza, presuntuosa ignoranza. In seguito alla pubblicazione di un articolo sulla rivista “ControCampus” riguardante la nascita dell’Associazione Universitaria Omosessuale Federico Garcia Lorca nell’Ateneo di Salerno di cui avevamo dato notizia in esclusiva ai lettori di Gay.it, il quotidiano Cronache del Mezzogiorno ha dato spazio ad un editoriale, a firma di Antonio Cortese, che grida addirittura allo scandalo.

Il titolo: “Scandalo all’Università”, l’occhiello: “L’Ateno di Salerno in subbuglio per foto e confessioni di alcune studentesse lesbiche”. Ma andiamo a leggere: «diffusione crescente di atteggiamenti lesbici da parte di molte studentesse che senza alcun pudore si fanno addirittura ritrarre fotograficamente in pose ambigue».

L’articolista continua la sua analisi chiedendosi argutamente se si tratta di «semplice voglia di esibizionismo in rosa o pura provocazione seduttrice. Sta di fatto – continua Cortese – che le giovani ribelli manifestano esplicitamente comportamenti che vanno ai confini di vere e proprie effusioni». Nella foto due ragazze si baciano sulle labbra.

«Molto probabilmente queste studentesse sono ancora molto influenzate dagli echi del femminismo sessantottino che si aggira nei corridoi come un fantasma mai sopito o da antropologiche sette che trasudano dalle righe dei tanti libri di stregoneria locale, una stregoneria che affonda le proprie radici proprio nelle zolle umide del contado fiscianese» (Fisciano è la città nella quale ha sede l’Università di Salerno n.d.r.).

«Si pubblicizza tale comportamento come una scelta normale, naturale e assolutamente non condannabile. Anzi… negli articoli redatti dagli studenti ed anche da alcuni dottori in materie umanistiche, il comportamento lesbico viene giustificato grazie anche ad antiche tesi distorte di alcuni autori protagonisti della storia della letteratura come Freud o Baudelaire o la stessa Lesbo, che diede origine al femminismo nell’antica Grecia. Una ragazza dell’ateneo definisce il lesbismo praticato nei corridoi come una “sfida politica alla sessualità dominante”. Una sfida che oggi, dopo duemila anni, non si capisce più quali altri diritti pretende».

Pronta la risposta del periodico di informazione universitaria “ControCampus” che, esercitando in tal modo il diritto di replica, in verità non ottimizzato al meglio (un piccolo box a fondo pagina rispetto al “titolone” concesso all’articolo sopra citato), invita a considerare l’omosessualità femminile come “un altro modo di amare”.

Per Anna, 27 anni, socia fondatrice dell’Associazione Universitaria Garcia Lorca «l’articolo testimonia il grado di misoginia dei maschi rispetto all’affermazione di una visione femminista e lesbica della realtà. L’attacco è un rabbioso rigurgito contro il desiderio di autodeterminazione delle donne salernitane. Le affermazioni di Cortese sono senza senso e hanno un solo scopo forse, quello di depotenziare il movimento glbt che si sta costruendo in città».

Luciana, 29 anni, socia fondatrice: «È probabile che il signor Cortese abbia una cultura orientata da film e libri con finte donne lesbiche, simbolo della visione fallocentrica dei rapporti sentimentali. In fondo non è mica colpa sua! Le sue parole si commentano da sole…».

Fa sentire la sua voce Annalisa Bozzetto dell’ArciLesbica di Salerno: «Questa esperienza ci insegna che il coming-out delle lesbiche (e non usate il termine gay per le donne perché sarebbe come dire uomini-lesbica) non è cosa né facile né priva di rischi. Siamo soggette ad un doppio giudizio morale, in quanto donne ed in quanto donne che amano le donne. L’articolo dimostra la superficialità e il pregiudizio che una cultura sessista ha radicato. Tutto ciò mette in evidenza quanto di pruriginoso e non velatamente morboso ci sia nell’immaginare la vita di una donna lesbica».

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