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Scommettere su Dio

Il teologo americano John J. McNeill, ex gesuita e grande ispiratore dei movimenti degli omosessuali cristiani è stato ospite d’onore a Roma, in occasione di Europride, per presentare un film documentario sulla sua avventurosa vita. Lo abbiamo intervistato.

di , Pride, luglio 2011, pp. 37-38

John J. McNeill è un noto teologo americano, ex gesuita espulso dal suo ordine nel 1987 per le sue posizioni sulla morale sessuale. Un giorno di quell’anno il suo superiore entrò nel suo ufficio con due testimoni e gli lesse una lettera in latino con cui veniva ufficialmente invitato a lasciare immediatamente ogni residenza dei gesuiti e a non farvi mai più ritorno.

Fu storico il suo coming out in uno dei programmi di maggior ascolto della televisione americana, dopo la pubblicazione del suo libro La Chiesa e gli omosessuali (un best seller pubblicato in Italia da Mondadori nel 1976). Storico per almeno due ragioni: la prima è che un gesuita dichiarasse apertamente la propria omosessualità; la seconda è che il suo libro era stato pubblicato con l’autorizzazione ufficiale del suo ordine religioso firmata nel caso specifico dal padre generale dei gesuiti, Pedro Arrupe. Questa autorizzazione mandò su tutte le furie l’allora cardinale Joseph Ratzinger che ordinò di far tacere padre McNeill e di negargli qualsiasi ruolo di insegnamento.

McNeill rispettò la consegna del silenzio per nove anni, fino a quando Ratzinger scrisse che l’amore omosessuale era oggettivamente disordinato e viverlo era un male morale. A quel punto McNeill, colpito nei suoi affetti dall’irruzione dell’Aids che seppellì molti suoi amici, scrisse altri due libri: Scommettere su Dio (pubblicato in Italia da Sonda nel 1994) e Libertà, gloriosa libertà (pubblicato in Italia da Edizioni Gruppo Abele nel 1996). I due libri insieme a La Chiesa e gli omosessuali fanno parte di una trilogia che ha contribuito a porre le basi per la nascita della cosiddetta “teologia queer”, una proposta alternativa a quella delle chiese conservatrici.
Le opere di McNeill, pietre miliari nel cammino di spiritualità e liberazione delle persone omosessuali cattoliche di tutto il mondo, sono state tradotte in molte lingue e hanno ispirato la nascita di Dignity Usa, un’importante organizzazione di cattolici omosessuali negli Stati Uniti, incoraggiando inoltre la nascita del movimento dei cristiani omosessuali in Europa.

McNeill è stato ospite d’onore dell’Europride invitato dall’associazione Nuova Proposta di Roma per partecipare alla proiezione in anteprima del docu-film sulla sua vita, Taking a Chance on God (Scommettere su Dio, lo stesso titolo del secondo libro della trilogia), curato dal regista Brendan Fay. In questa occasione lo abbiamo incontrato. Oggi ha ottantacinque e si sposta su una sedia a rotelle, accompagnato da suo marito Charles Chiarelli (si sono sposati in Canada), che lo accudisce “con amore fedele e paziente”. “È da quarantacinque anni al mio fianco”, racconta McNeill. “Ringrazio Dio ogni giorno per la benedizione di Charles nella mia vita. Senza la sua presenza, il mio ministero con le persone omosessuali non sarebbe stato possibile. Charles ha preparato e corretto le bozze dei miei libri, mi ha insegnato a utilizzare il computer e mi aiuta ancora oggi a mantenere l’equilibrio con il suo mordace senso dell’umorismo”.

Cominciamo dai libri, da questa importante trilogia. Libertà e liberazione sono due concetti ricorrenti nei suoi scritti.
In un certo senso tutta la mia trilogia tratta di libertà e di liberazione. Il primo libro, La Chiesa e l’omosessualià, suggerisce un cammino di liberazione intellettuale per svincolarci dai modelli omofobici ereditati dal passato e rappresenta uno sforzo per comprendere l’omosessualità come un dono ricevuto da Dio e che come tale va vissuta e goduta. Il secondo libro, Scommettere su Dio, si concentra su un livello più psicologico e trae origine dai miei sforzi personali di liberarmi da tutte le ferite che l’omofobia aveva inferto alla mia psiche. Libertà, gloriosa libertà tratta invece della presenza dello Spirito di Dio, spirito di amore, nelle nostre esperienze quotidiane e di come giungere, attraverso la comunione con quello Spirito, alla “gloriosa libertà” dei figli di Dio.

Negli Stati Uniti ha pubblicato altri due libri che non sono stati ancora tradotti in italiano, può parlarcene?
Si tratta di un’autobiografia intitolata Both Feet Firmly Planted in Midair (Con i piedi piantati a mezz’aria) in cui racconto il mio viaggio spirituale. Nell’ultimo libro, Sex As God Intended (Il sesso come Dio lo ha inteso), rispondo in modo chiaro e semplice al senso che ha il sesso nella vita umana. Dal mio punto di vista e facendo riferimento allo studio delle scritture giudaico-cristiane, lo considero una fonte di piacere, gioia e amore. Il libro è arricchito da testimonianze di colleghi, insegnanti, studenti, amici e attivisti che ho incontrato nel corso degli anni.

Nel libro Scommettere su Dio accenna alla sfida posta dall’ateismo gay. Molte persone omosessuali considerano la religione come un nemico dell’umanità, si stupiscono che gay e lesbiche continuino ad andare in chiesa e ritengono che la loro testimonianza rappresenti un’azione di incredibile coraggio o di altrettanta stupidità. Cosa ne pensa?
Conosco bene la pena e la disperazione che stanno a monte delle defezioni alla fede di tante lesbiche e gay. Conosco molte centinaia di gay cattolici, in collera con la chiesa umanamente fallibile, che hanno impoverito la propria esistenza privandosi della fede e spegnendo la luce dell’amore di Dio. Gay e lesbiche cattolici devono maturare nella fede fino al punto di poterla separare dalla chiesa umana e fallibile. Non possiamo continuare a permettere che la nostra fede dipenda esclusivamente dalla mediazione della chiesa, con il risultato che, se siamo disillusi o scandalizzati dalla chiesa umana, siamo tentati di rigettare ogni fede. Dobbiamo scommettere su Dio, tenendo presente che anche Dio può ben essere scandalizzato dalla chiesa.

Ha mai avuto dubbi sull’esistenza di Dio?
No, mai. Qualche volta gli ho chiesto di darmi dei segnali (ride) ma dubbi sulla sua esistenza non ne ho mai avuti. Se avessi avuto dubbi, sarebbe stato quello di essere realmente uno strumento di Dio al servizio di gay e lesbiche cristiani. La risposta straordinaria che ho ricevuto in tutti questi anni dalle persone omosessuali, grate a Dio e a me per il dono della liberazione che hanno tratto dai miei studi, è una chiara indicazione del fatto che lo Spirito di Dio si è servito di me per portare una vera liberazione e crescita spirituale a centinaia di migliaia di fratelli e sorelle omosessuali.

Dal 1975 svolge la professione di psicoterapeuta e grazie a questo lavoro ha conosciuto a fondo il vissuto di molte persone omosessuali e cattoliche. Cosa le ha insegnato questa esperienza?
Quando molti dei miei pazienti hanno iniziato la terapia, si sono sentiti intrappolati in un dilemma senza soluzione: credere in Dio sembrava necessariamente implicare l’odio verso il loro essere gay e accettare la condizione di gay sembrava implicare la negazione della loro fede in Dio. Una delle più importanti conquiste fatte in terapia è stata il rendersi conto che Dio non si identifica con alcuna chiesa in particolare.

Dal suo punto di vista, la chiesa cattolica sta cambiando? Qual è l’orizzonte che si prospetta?
I fedeli hanno ricevuto dallo Spirito il dono di seguire Dio. La gerarchia reagisce negativamente, ma le persone non la ascoltano più. Penso che Dio voglia che le persone maturino e che non dipendano più dalle gerarchie cattoliche. Questo sta accadendo. La maggioranza dei cattolici pensa che le relazioni gay sono buone, pacifiche, gioiose. La diretta esperienza di Dio rende la chiesa matura, la chiesa come popolo di Dio. Abbiamo bisogno di padri fallibili per crescere, non siamo più greggi di pecore. L’esperienza dell’amore genuino, autentico, delle coppie gay e lesbiche sta trasformando e trasformerà la chiesa grazie anche alle nostre lotte.

Qual è il suo sogno più grande o per lo meno quello che vuole condividere con noi?
Ho avuto esperienza di genuino amore omosessuale, una sensazione molto, molto profonda, insieme al sentimento di gioia e di pace che l’accompagnano. La mia esperienza di una relazione omoaffettiva mi dice che essa è salutare, buona, santa e propulsiva di vita. Questo è un chiaro segno per me che l’amore omosessuale può essere un amore sacro. Il mio sogno più grande è che il mondo capisca che Dio è amore. Se fai esperienza di questo amore, che tu sia etero o gay, ti rendi conto che l’amore di Dio è per tutti. Il movimento gay può aiutare l’umanità a comprendere fino in fondo la bellezza dell’amore tra gli uomini e Dio. Che Dio vi benedica.

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