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Serenamente gay al Tg1: Stefano Campagna

Nato a Roma, laureato in Scienze Politiche, Stefano Campagna è giornalista professionista. Lavora in Rai dal 1997, inizialmente al Tg2 come precario, e poi al Tg1, dove, sotto la direzione di Clemente Mimun, diventa conduttore dell’edizione mattutina: sette edizioni di telegiornale che vantano uno share altissimo. «Sono semplicemente serenamente gay».

di , spettacolo, 4 settembre 2007

Stefano Campagna, giornalista televisivo del Tg1, fa coming out (e non outing come annuncia l’Ansa, che significa invece rivelare l’altrui orientamento sessuale).

Tutto è nato da un forum su Internet e dall’iniziativa dello stesso sito a cui il giornalista romano ha rilasciato un’intervista.

Eccone un estratto:

Primo tg d’Europa ma anche tg più cattolico d’Italia al quale tu, omosessuale dichiarato, ti trovi alla conduzione.
Io vivo la mia vita con la quotidianità di chiunque altro. Mi limito a non filtrare le parole. Non mi vergogno ad usare il maschile. Io non sono “dichiarato”, sono una persona che lavora e che non ha nulla da nascondere. Quella che i benpensanti chiamano ostentazione per me è vita. Mi stupisce che la cosa stupisca. E spero che smetta di stupire. È stata una grande conquista per me poter approdare alla conduzione del Tg1 e voglio sperare che con questo si possa lanciare un messaggio forte a tutti gli omosessuali che vivono la loro condizione quasi con vergogna, nascondendosi.

L’omosessualità è merce “sdoganata”: sei d’accordo?
Non in tutti i settori, purtroppo: la strada è ancora lunga. Sono stato picchiato dai naziskin nel ‘92 quando conducevo una trasmissione a tematica gay su un’emittente del Lazio, Teleregione. L’omofobia esiste ancora ed esiste ancora un certo imbarazzo. Imbarazzo dimostrato, ad esempio, dal difficile cammino dei Dico.

In realtà, poi, l’omosessualità da sdoganare era solo quella maschile…
In realtà credo lo fosse e lo sia allo stesso modo, e del resto, non mi pare che ci siano, almeno in Italia, lesbiche che occupino posti di rilievo. (...) l’omofobia è ancora molto presente e la mia esperienza non è certo stata facile. Genitori a parte, non sono mancati momenti di tristezza e amarezza in ambito familiare e tra i vicini che in alcuni casi mi avevano anche tolto il saluto. Ma ripeto, non mi sono mai vergognato di quello che sono, e spero che questa intervista serva in tal senso. (...) Essere apprezzato a livello professionale è per me, come del resto per gli altri miei colleghi, molto gratificante, e nel mio caso a maggior ragione proprio per la mia condizione, alla quale il pubblico non ha voluto badare. Avendo riguardo di me prima di tutto come giornalista.

Clicca qui per leggere l’intervista a Stefano Campagna di Pasquale Quaranta

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