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Sguardi sul Gay Pride

Invito a partecipare all’Europride 2011 di Roma

di , La Nuova Ecologia, giugno 2011, p. 29

Parte dell’opinione pubblica considera la marcia per i diritti delle persone omosessuali una carnevalata inutile, un’ostentazione dannosa, una parata volgare. Questa convinzione deriva non dalla parata in sé ma dall’immagine veicolata dai media.

Come giornalista so che la scelta di un’immagine non è mai neutrale. Una foto non descrive un fatto, ma racconta un punto di vista. Se scrivo di ebrei e pubblico la foto di un usuraio, se scrivo di Africa e pubblico la foto di un cannibale in gonnellino, se scrivo di Pride e pubblico la foto di un viado nudo, c’è un problema.

Spiega Giovanni Dall’Orto: «Effettivamente sono esistiti ebrei usurai, africani in gonnellino, e viados nudi al Gay Pride, e quindi queste immagini fanno effettivamente parte della realtà, tuttavia quando tali immagini sono le uniche a cui è permesso rappresentare la realtà, abbiamo un problema». Un problema di rappresentazione.

Non è tuttavia il Gay Pride, come si sente dire spesso, a non rappresentare le persone omosessuali; è piuttosto il Gay Pride a non essere rappresentato per quello che è, ovvero una marcia politica di rivendicazione di diritti dove i partecipanti sono tanti e ci saranno pure coloro che scelgono la provocazione della nudità ma ci sono anche famiglie e coppie che in genere vengono ignorate.

Tocca a noi lettori capire il senso di questa manifestazione politica e contestualizzare le immagini; ai giornalisti il compito di scegliere quelle che meglio descrivono l’evento, senza focalizzarsi, anno dopo anno, sempre sulle stesse. Con questa consapevolezza l’11 giugno partecipo e invito a partecipare all’Europride 2011 di Roma.

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