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"Si’ ricchion’, nasconditi!"

Barzellette sui gay, toni offensivi, ignoranza. Ma quando un giovane giornalista salernitano gay chiede rispetto, il suo direttore si indigna: “Dovete starvene da soli”.

di , Gay.it, 21 luglio 2003

Nota di Giulio M. Corbelli

Pasquale Quaranta è un giovane giornalista salernitano, attivo anche nella locale associazione di iniziativa omosessuale Federico Garcia Lorca, e collabora con numerose testate, tra cui anche Gay.it. In questo resoconto, che riceviamo e volentieri pubblichiamo, denuncia la omofobia che ancora permea larghi settori della nostra società, anche in quei campi che, essendo più vicini al mondo della cultura, dovrebbero più distinguersi da essa. Gay.it esprime tutta la solidarietà all’amico per il trattamento patito, e l’ammirazione per la dignità con la quale ha reagito all’ignoranza e alle offese.


[Nota del 2006: l’articolo è ripubblicato qui in forma ridotta]

Un episodio di omofobia mi ha coinvolto personalmente il 5 luglio, alle ore 19:00, in occasione della presentazione dell’Antologia “Versi diversi 4” (alla quale ho partecipato come autore) edita dal Centro Culturale Studi Storici di Eboli (Sa).

Arrivo in serata davanti alla Chiesa di Santa Maria ad Intra, situata nella zona cosiddetta “vecchia” di Eboli, in via Castello. Ad attendermi Mario Festa e Cosimo Clemente, curatori del testo, Giuseppe Barra, direttore del centro culturale e Geremia Paraggio, direttore del mensile di cultura “Il Saggio” che organizza la manifestazione.

Saluto i presenti e sono prontamente richiamato, in modo scherzoso, da Barra che esclama, ridendo: «Pasquà ma che pezzo hai inviato, ‘su chillu prevt ca è asciuto pazz?».

Avevo proposto, in maggio, di pubblicare sul mensile un’intervista a don Franco Barbero, presbitero della Comunità Cristiana di Base di Pinerolo (To). Durante il colloquio, don Franco aveva parlato anche di omosessualità, per una teologia di liberazione.

Sento Barra rivolgersi a Paraggio esclamando, in pubblico, davanti ad un gruppetto di persone intervenute: «È un prete che difende.. i pedofili.. no.. hmm.. come si chiamano, chill ca stann da chell’ata sponda». «I’ ricchiun’!» – incalza Paraggio, ridendo.

Fa seguito una barzelletta di pessimo gusto su “i ricchiun’” quando, infine, Paraggio termina il suo elegante intervento con «... sì, ma semp’ ricchiun’ sò».

A questo punto mi avvicino ai due e dico: «Scusate, ma non vi permetto di parlare in questo modo! Con queste frasi mi state offendendo, come omosessuale e come collaboratore!».

Attimi di silenzio.

Paraggio prontamente: «E perché l’ostenti?»

Io: «Perché offendete! Vi sembra giusto parlare in questi termini di omosessualità?» e inizia il dibattito.

Alcune persone si avvicinano, altre restano poco distanti ma ben attente allo scambio di battute.

Paraggio: «Io non capisco che necessità hanno gli uomini di vestirsi da femmina, col trucco..»

E io: «Innanzitutto facciamo una distinzione tra omosessualità, travestitismo e transessualismo, non so lei cosa vuol dire. Parla senza conoscere queste realtà»

Paraggio: «Io dico che non ha senso andare a sbandierare che uno è gay, una volta mi sono trovato in una sfilata del genere… che schifezze! Che senso ha?! Pensi che io vada con uno striscione a dire: “Sono eterosessuale”, che senso avrebbe?»

Io: «Nessun senso, infatti. Le persone eterosessuali godo di qualsiasi diritto»

Paraggio: «Ma vatti a sposare in Olanda!»

Io: «E perché dovrei, scusi?»

«I ricchioni…» sento borbottare.

Io: «E la smetta di parlare così!».

Paraggio: «No, io parlo e ti chiamo “ricchione”, devi tenertelo se ti esponi così!».

Io: «Ma se sono fatto così perché lei non deve rispettarmi?»

Paraggio: «Se tutti fossero come te il mondo finirebbe. È contro natura!»

Io: «Per me è contro natura andare con una ragazza!»

Paraggio: «Ma trovati una bella ragazza, fammi il piacere!»

Io: «Senta direttore, lei non deve parlare così. Dovrebbe imparare ad ascoltare gli altri, senza questa arroganza. Per lei un ragazzo che si scopre gay dovrebbe starsene zitto e ridere alla sue battute»

«Certo! – continua Paraggio – e deve starsene da solo!»

E io: «Ma come da solo? C’è chi si toglie la vita per questo motivo!»

Paraggio: «Sì, non c’è bisogno di ostentare, i gay se ne possono stare per i fatti loro, e che non diano fastidio! Guarda Pasolini e vedi dove è arrivato. Non ti fa onore parlare da gay, così».

Fin qui ricordo tutte le battute, chiaramente. Per strada, al ritorno, dopo aver lasciato la manifestazione, quelle frasi ritornavano incessantemente nella mia mente.

Inutile dirvi che per “Il Saggio”, mensile di cultura, ritengo opportuno terminare la mia collaborazione. Allo stesso tempo non desidero più far parte del Centro Culturale Studi Storici di Eboli.

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Immagini dell'articolo:

"Se sei ricchione ti devi nascondere"
Un episodio di omofobia, ma sarebbe meglio definirlo di rozza volgarità e ignoranza, è capitato ad un giovane giornalista, Pasquale Quaranta. Il fatto è grave in quanto i protagonisti di questa vicenda sono due personaggi ai vertici di istituti culturali.

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