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Dal castigo di Sodoma alla comprensione fraterna

Omosessualità e Religione cattolica – Una ricerca sociologica sul punto di vista della Chiesa e le opinioni di omosessuali credenti. Con questa tesi, presentata e discussa all’Università di Bologna «Alma Mater Studiorum», si è laureata Laura Simonetti.

di , Babilonia, n. 232, giugno 2004, pp. 50-53

Laura Simonetti ha frequentato il Corso di laurea per educatori professionali presso la Facoltà di scienze della formazione a Bologna. Relatore di tesi è stato il professor Asher Daniel Colombo: lo ricorderete come autore di Omosessuali moderni (...) Laura ci ha gentilmente messo al corrente della sua tesi e noi le abbiamo chiesto di sottoporla alla “Commissione” di Babilonia.

Come mai hai deciso di trattare proprio il rapporto tra omosessualità e religione cattolica come argomento di tesi?

La domanda che mi sono posta io è come mai alcuni omosessuali cercano risposte alle loro esigenze nella fede cattolica quando la Chiesa ufficiale disapprova l’omosessualità.

Su quali binari hai condotto la tua ricerca?

Per cercare di ricostruire almeno parzialmente la posizione della Chiesa nei confronti dell’omosessualità, da una parte ho messo in evidenza i punti della Bibbia che secondo la Chiesa condannano l’omosessualità, dall’altra ho riportato avvenimenti di cronaca che dal 2000 a oggi hanno mostrato l’avversione della Chiesa nei confronti dell’omosessualità.
Per avere un’idea delle varie modalità con cui gli omosessuali affrontano e fanno coesistere l’apparente antitesi tra il loro credo e il loro orientamento sessuale, ho condotto 25 interviste a gay e lesbiche credenti con i quali sono entrata in contatto inviando e-mail a varie associazioni di credenti omosessuali del Centro e del Nord Italia. Si tratta di 25 persone con caratteristiche molto eterogenee: ho intervistato 8 donne 17 uomini, provenienti da diverse città, con una fascia di età molto varia e con grandi differenze sia per quel che riguarda il titolo di studio che per caratteristiche del nucleo familiare…

Su quali punti ti sei soffermata, nelle tue interviste?

Le aree che ho cercato di indagare sono principalmente cinque: ho fatto domande sull’intervistato e sulla sua famiglia, sull’associazionismo, sul processo di coming out, sul rapporto con la religione e su opinioni riguardanti le unioni tra omosessuali e tutto quello che queste comportano. L’obiettivo della mia tesi non era di tracciare il profilo omosessuale credente: anche se si potrebbe infatti pensare che questa categoria di persone abbia caratteristiche omogenee, dalle interviste che ho condotto è invece emerso come su una serie di argomenti le idee siano molto discordanti.

Ci puoi parlare, nello specifico, dei risultati ottenuti dalla tua ricerca?

(...) Per quanto riguarda la religiosità sono emersi tre profili entro cui ricondurre le persone che ho intervistato.

*Ci sono coloro per i quali il senso religioso è solo un riferimento ideale e astratto, che non sentono l’esigenza di adottare anche le pratiche religiose specifiche, come andare a messa o confessarsi.

*Ci sono altri che sentono invece il bisogno di confrontarsi con il pensiero ufficiale della Chiesa andando a messa, ma che non cercano contatti diretti come può avvenire nella confessione – o perché non ritengono necessario avere degli intermediari per confessare i loro peccati, o perché hanno paura di incontrare preti che possano attaccare e criticare la loro condizione omosessuale.

*Altri ancora vivono pienamente il rapporto con la Chiesa cattolica, frequentando la messa e parlando in confessionale della loro omosessualità, qualunque sia la risposta che possono ricevere.

Ma anche il modo di rapportare la propria omosessualità alla Chiesa è molto vario.

*Per alcuni la fede, nata dall’educazione religiosa ricevuta – come è dimostrato anche da altre ricerche che sono state condotte – ha influito negativamente sulla propria accettazione, ritardando o ostacolando il proprio coming out a causa del senso di colpa sentito, al punto che alcuni omosessuali hanno percepito la propria omosessualità come una colpa dalla quale “guarire” attraverso la preghiera o la macerazione.

*Per altri, invece, al contrario delle aspettative, la fede ha avuto un’influenza positiva per quanto riguarda la propria accettazione, perché è stata un forte sostegno per trovare dentro di sé la forza di fare coming out: il fatto stesso di essere credenti significa per molti “vivere nella verità”, che può essere raggiunta solo accettando quello che si è, respingendo l’ipocrisia di vivere una doppia vita; quindi attraverso la fede e il suo significato molti hanno avuto lo stimolo di mostrarsi per quello che sono.

*Per altri, che si sono accettati fin da piccoli indipendentemente da una qualsiasi influenza religiosa, la fede o il pensiero della Chiesa non hanno avuto alcuna influenza, o non hanno condizionato in maniera significativa la decisione del coming out.

L’unico elemento che, a detta di tutti gli intervistati, rimane «un rapporto certo e sicuro» è il loro rapporto con Dio.

Ma allora che cosa desiderano gli omosessuali credenti nella Chiesa?

La volontà delle persone che ho intervistato è quella di trovare un contatto con i membri del clero, con la Gerarchia. Se, infatti, da una parte l’alta gerarchia della Chiesa è accusata di non riconoscere le persone omosessuali e di avere un atteggiamento ingiustamente di condanna della realtà omosessuale, dall’altra si riconosce come i rappresentanti del basso clero siano molto più vicini ai problemi e ai bisogni della comunità dei fedeli. Questo è dimostrato dai vari contatti che gli omosessuali che ho intervistato cercano e hanno cercato con i rappresentati del clero per un confronto sia a titolo personale – per esempio attraverso la confessione o la ricerca di un padre spirituale, per confrontare la propria omosessualità con le direttive religiose – sia attraverso le associazioni, che periodicamente organizzano incontri con rappresentanti ufficiali della Chiesa cattolica per confrontarsi con il pensiero della gerarchia ecclesiastica.

Cosa ci dici dei gruppi di credenti omosessuali?

La maggior parte delle persone che ho intervistato fa parte di associazioni di omosessuali credenti. Le attività che vengono svolte durante gli incontri sono, oltre alla condivisione dell’esperienza personale fra i membri del gruppo, anche approfondimenti biblico-spirituali, confronto su tematiche socio-culturali – anche attraverso l’intervento di esperti (scrittori, politici, rappresentanti di spicco del mondo omosessuale, ecclesiastici).

Per supplire alla necessità di un confronto diretto con quello che è il pensiero autentico della gerarchia ecclesiastica, all’interno dei vari gruppi c’è la presenza di persone appartenenti al clero, o perché membri essi stessi dell’associazione in quanto omosessuali, o perché sono religiosi che sono stati invitati per approfondire, assieme al gruppo, varie tematiche delle quali l’associazione si sta occupando, o perché semplici “simpatizzanti”, che assistono agli incontri per conoscere un ambiente diverso dal proprio o per imparare “sul campo” come poi affrontare, nei singoli ambiti di apostolato, una “pastorale delle persone omosessuali”.

In definitiva, cosa cercano gli omosessuali credenti?

Quello che gli omosessuali credenti più di tutto cercano è di ottenere un riconoscimento che li tuteli a livello di coppia. Per alcuni degli intervistati la chiusura della Chiesa cattolica rispetto al riconoscimento delle coppie gay e lesbiche è del tutto ingiustificata ed è ritenuta legata a una “mentalità ristretta” delle Alte gerarchie della Chiesa.

Per altri, invece, è giusto che non ci sia un riconoscimento del matrimonio fra partner dello stesso sesso a livello religioso perché il “matrimonio in chiesa” è un’istituzione basata sul concetto di famiglia, sul legame uomo-donna, finalizzato alla procreazione, e quindi un matrimonio omosessuale di questo tipo risulterebbe una forzatura…

Grazie Laura. Posso chiederti com’è stato accolto il tuo lavoro?

Essendo Colombo un docente noto in Università, tutti erano “preparati al tema”. Pensa che la mia correlatrice è stata Fanny Cappello, ordinaria di Sociologia delle religioni, e che l’argomento è stato affrontato con la massima serenità.

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