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Solidarietà a Pasquale Quaranta

...la civiltà degli uomini maturi non sente più di relegare nel privato o nell’ignoranza i temi dell’affettività omosessuale…

di , Cronache del Mezzogiorno, 30 dicembre 2003

Sono solidale con Pasquale Quaranta e condivido il suo impegno a tutela della libertà sessuale. Per la sua giovane età potrebbe essermi figlio ma la sua maturità umana e culturale mi ha permesso di apprezzarlo come amico. Ho avuto possibilità di partecipare ad una trasmissione televisiva con più ospiti dove fu affrontato il tema dell’omosessualità, con una serenità, competenza, umanità ed equilibrio tali da far pensare che veramente sono arrivati i tempi nuovi per abbattere le frontiere dell’indifferenza o, peggio, dell’intolleranza. Scrivo, quindi, per riconoscere ad un giovane tanto sereno che la sua battaglia è anche la nostra, nel senso che la civiltà degli uomini maturi non sente più di relegare nel privato o nell’ignoranza i temi dell’affettività omosessuale.

Per quanto mi riguarda preferirei che questi temi fossero trattati sempre con la maturità e l’equilibrio che riconosco possedere agli amici del “Garcia Lorca”. Finora siamo stati abituati a vedere esagerazioni di colori, di travestitismo e di scontro tra diverse mentalità e costumi. Tutto ciò deve essere lasciato al passato, si deve chiudere la stagione della contrapposizione ed aprire quella dell’incontro, innanzitutto con quanti disponibili a capire, a condividere, a sostenere e a non offendere. L’offesa tante volte è stata una risposta alle provocazioni da una e dall’altra parte: non ha prodotto risultato per nessuno. Conosco tante persone che offendono per paura o per timidezza o, peggio, per una specie di autodifesa, la paura di essere scoperti, foss’anche solo come identificazione culturale e sociale ad un gruppo o ad un modello.

Rinnovo a Pasquale ed ai suoi amici l’invito a continuare a vivere intensamente la propria vita senza delega e senza innalzare vessilli, la vita è sempre personale, non la si può vivere come esempio per gli altri o come pista di riscatto sociale per una possibile comunità di persone, senza volto e senza nome. Altra cosa è l’impegno politico, che va vissuto serenamente e che non necessariamente si deve modellare sull’esperienza personale. La lotta politica deve essere fatta sul filo di una tensione verso gli altri, i loro problemi, le loro aspettative; se queste cose rappresentate così, trovano un rafforzamento nell’esperienza personale, tanto meglio. La testimonianza di Pasquale, per quanto singolare, và rispettata come segno di autenticità soprattutto perché sorretta dall’intelligente condivisione della sua mamma, ma a lui si deve ricordare che ci sono altre tappe nella vita da raggiungere: titolo di studio, lavoro, autonomia sociale ed economica etc., che non sono borghesi traguardi, ma indispensabili mezzi per continuare a crescere socialmente.

Se posso dare un consiglio sincero a Pasquale gli direi di non prendersela troppo con la Chiesa Cattolica, la grandezza della Chiesa è tutta nella sua capacità ed autorità di amministrare il Perdono. Certo anch’essa deve chiederlo, ma non facciamo sofismi e generiche affermazioni su ciò: la Chiesa è Santa per sua natura, altra cosa sono le singole capacità dei suoi membri. Noi dobbiamo portare rispetto a tutti e dobbiamo abituarci a pensare che le debolezze sono la vera forza della nostra Fede Cattolica. Qualsiasi tentativo di leggere le verità della Fede come liberazione da qualcosa o come strumento di verità di parte, è destinato a perdere credibilità. La Chiesa parla a noi uomini immersi nel nostro quotidiano.

Non c’è una Chiesa dei Gay, perché non c’è una Chiesa degli adulteri, ovvero dei preti omosessuali o delle suore lesbiche, così come non c’è una Chiesa dei ricchi ed una dei poveri. La Chiesa è l’Assemblea di tutti i figli di Dio che accettano la sua Parola e si ritrovano in comunione non con i difetti di ognuno ma con l’interezza dell’essere che ogni persona rappresenta. La Chiesa è Santa e Meretrice diceva Bernanos ma è soprattutto sorretta dalla Grazia che le impedisce di guardare ai suoi difetti per arrendersi ma le impone di custodire la sua Verità per aiutare il cammino degli uomini. Lasciamo stare i difetti delle singole persone che stanno dentro percorsi umani personali, non sempre facili, guardiamo con impegno alla testimonianza di Pasquale soprattutto se questa viene inserita in un cammino di ulteriore crescita umana e cristiana.Voglio stare dalla parte di Pasquale, di tutta la sua personalità, in crescita, non mi piace vivisezionare solo un aspetto, per quanto singolare ed affascinante. La sua ulteriore crescita dentro un Progetto d’amore è garanzia per la integrale condivisione di tutto.

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Città del Vaticano © sitiunesco.it
Città del Vaticano vista dal Tevere © sitiunesco.it

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