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Una chiesa rosa

Fra tradizione teologica e innovazione pastorale eccovi le testimonianze di don Franco Barbero e di Paolo, animatore di un gruppo di omosessuali credenti.

di , Babilonia, n. 227, gennaio 2004, pp. 56-61

Due voci importanti e fuori dal coro rappresentano la volontà di dialogo con le persone omosessuali nella «Chiesa di base» di matrice cattolica in Italia.

[nota del 2006: ecco alcuni estratti del reportage pubblicato su Babilonia, che comprende un’intervista a don Franco Barbero e una cronologia dei gruppi di omosessuali credenti]


dall’intervista a Franco Barbero...

(...) Scrive e parla come se dicesse le cose più ovvie e scontate, con toni sommessi e pacati. È in grado di mostrarti una realtà più vera di quella che vuole imporre la Chiesa gerarchica, coi suoi pregiudizi millenari e la sua cieca fiducia nell’infallibilità che spegne ogni dialogo. Abbiamo incontrato Franco Barbero una sera di gennaio nella Chiesa cristiana libera di Avellino (...)

Perché la Chiesa, nel tempo, si è dimenticata dei più deboli?

Quando diventi ricco, e sali in alto, non ti arriva più il grido della strada, gli abbracci, le voci e i sussurri, il palpito del cuore. Vedi solo i grattacieli e le cupole. Quando la Chiesa è diventata potente e ricca ha cambiato il suo sguardo verso la società. Gesù, che invece incontrava la gente, aveva una visione diversa. Quando a Chiesa si è strutturata in Potere, quando ha cominciato a gareggiare con gli altri poteri, a diventare una “multinazionale” di amore unico, il grido dei poveri, se pure lo avvertiva, non lo ha preso più sul serio. Perché ormai interessava parlare con Agnelli, con Bush, con i grandi della Terra. Chi è che va dal papa ogni giorno? L’interesse a livello gerarchico, prioritario, è rivolto a chi dirige il mondo. Poi si fanno grandi proclami per i poveri…


dall’intervista a Paolo...

«Una Chiesa “popolo di Dio”, una Chiesa in cui tutti possano vivere per quello che sono, in pace e in dialogo; senza che qualcuno condanni, o faccia star male qualcun altro.»
A parlare è il braccio destro di don Franco Barbero, Paolo, 27 anni, responsabile del sito web di Viottoli e animatore, a Pinerolo, di un gruppo di gay credenti La Scala di Giacobbe.

«Il gruppo – spiega Paolo – è nato circa due anni fa, su iniziativa di don Barbero, con l’intento di creare all’interno della comunità cristiana di base di Pinerolo un “momento di incontro, amicizia, riflessione e confronto” che coinvolgesse gay e lesbiche credenti. Il nome del gruppo, La Scala di Giacobbe appunto, fa riferimento all’immagine biblica del libro della Genesi di una scala che collega cielo e terra, con gli angeli che “vanno su e giù” a significare un collegamento continuo con Dio. Noi non siamo, come vorrebbero dipingerci, esclusi né reietti! Ci siamo anche noi: siamo in rapporto con Dio con i fratelli, e siamo “come tutte le altre persone”, con la nostra identità, specificità e “ricchezza”, nella società e nella Chiesa. Occorre che maturiamo una nuova consapevolezza e che impariamo a “non chiedere il permesso a nessuno”, meno che mai alle gerarchie ecclesiastiche, per vivere per quello che siamo, con la nostra identità e affettività, dono di Dio».

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